“Risorse in tempi brevi e certi”. E’ ciò che l’agricoltura romagnola, dopo i “pesantissimi” danni subiti dall’alluvione di metà maggio, chiede a ogni livello. A oltre due mesi e mezzo dalla calamità, “gli imprenditori agricoli ormai sono allo stremo”, taglia corto Carlo Carli, presidente di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini. Per cui “dalle dichiarazioni di vicinanza bisogna passare ai fatti”. Ben vengano l’impegno della Camera di Commercio della Romagna e il recente bando Resistere, che eroga contributi per la ripartenza delle imprese colpite dall’alluvione, “ma purtroppo non ricomprende le aziende agricole”. Il settore, prosegue Carli, “dovrebbe avere un altro tipo di sostegno” e da questo punto di vista la Camera di commercio della Romagna su invito della Regione si è impegnata a stanziare risorse attraverso il sistema delle Cooperative di garanzia, tuttavia la proposta, “non ancora formalizzata, agirà sull’abbattimento dei tassi di interesse per quelle aziende che hanno prestiti in essere con gli Istituti di credito garantiti dai consorzi fidi”. Dunque “una misura sicuramente apprezzabile”, ma appunto non basta, conferma il vicepresidente Alberto Mazzoni. Le aziende alluvionate hanno bisogno di nuova liquidità per garantire la ripartenza produttiva e diventa quindi “fondamentale trovare altre risorse, senza cambiare la destinazione dei fondi già stanziati, per aiutare tutte le imprese colpite dall’alluvione, agricole e non agricole”.
Il fattore tempo è “cruciale”, puntualizza il direttore Luca Gasparini, ma fin qui “non solo non si è visto un euro, ma anche l’iter per ottenere la copertura dei danni resta nebuloso”. Le aziende agricole romagnole chiedono “certezze” sui contributi, sulla ricostruzione e sulle tempistiche. “Il rischio è la tenuta di tante imprese, un rischio che il territorio non si può permettere”.