Concorsi pubblici, le novità introdotte dal nuovo regolamento approvato ad ottobre dal CdM

Tra le numerose misure introdotte dal Governo uscente vi è anche la cosiddetta “riforma Brunetta”, un provvedimento voluto dall’ex Ministro della Pubblica Amministrazione volto a semplificare lo svolgimento delle procedure di selezione nell’ambito dei concorsi pubblici. In sostanza, al fine di snellire l’iter per l’individuazione dei candidati da assumere in una P.A., è stata eliminata la vecchia “prova preselettiva”, sostituendola con una semplice valutazione dei titoli in possesso del candidato.

Questa, però, potrebbe non essere l’unica novità significativa che riguarda i concorsi pubblici, dal momento che il Governo uscente aveva approvato in Consiglio dei Ministri, in via preliminare, un Regolamento destinato a modificare sensibilmente le modalità di svolgimento delle procedure concorsuali per l’accesso al pubblico impiego. Vediamo di seguito quali modifiche potrebbero essere introdotte con l’approvazione del regolamento.

Concorsi pubblici: le principali novità

Come si legge sul sito istituzionale della Funzione Pubblica, il provvedimento “ riscrive il testo unico sui concorsi finora in vigore, Dpr 487 del 1994 , rappresentando così uno dei cardini della riforma del lavoro pubblico prevista dal Pnrr”. I capisaldi della riforma normativa sono così sintetizzati:

  • digitalizzazione di tutte le fasi concorsuali, con conseguente eliminazione del “carta e penna” dall’accesso alla procedura fino alla presa di servizio; in particolare, si legge, “dal 1° novembre 2022, invece, la pubblicazione sul portale InPA diventerà obbligatoria, e sarà estesa anche a Regioni ed enti locali” e, contestualmente, dal 2023 non sarà più obbligatorio pubblicare i bandi di concorso in Gazzetta Ufficiale. Pertanto, per tenersi aggiornati sui concorsi pubblici attivi, sarà necessario consultare il portale InPA o, in alternativa, affidarsi ad un portale specializzato come ConcorsiPubblici.com;
  • misure di tutela per la parità di genere, ossia la rimozione degli ostacoli alla partecipazione ai concorsi per donne in gravidanza o allattamento e per altri soggetti che si trovano in condizioni di svantaggio;
  • modifica dei sistemi di riserva e dei titoli di preferenza; in particolare, sottolinea il sito della Funzione Pubblica, con il nuovo provvedimento viene “valorizzata l’appartenenza al genere meno rappresentato nell’amministrazione in relazione alla qualifica per la quale il candidato ha partecipato”.
Nel decreto che mette a sistema i provvedimenti in materia di concorsi e assunzioni” - ha dichiarato l’ormai ex ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta il 5 ottobre scorso, in occasione del CdM che ha approvato il regolamento - “ abbiamo realizzato gli obiettivi di riforma concordati con Bruxelles nel PNRR e abbiamo anche portate innovazioni significative: tutela della parità di genere e il completo passaggio a InPA, che diventa l’architrave della digitalizzazione del settore pubblico”.

Come cambia il pubblico impiego

Anche la Pubblica Amministrazione, alla luce di un processo di costante digitalizzazione di procedure e risorse, sta cambiando profondamente ed è destinata ad evolversi ulteriormente in futuro. Dal punto di vista strettamente pratico, anche per effetto delle riforme imposte dal PNRR, si completerà il passaggio ad una dimensione pienamente digitale di tutti gli aspetti tecnico amministrativi, dalla pubblicazione dei bandi alla gestione delle immissioni in servizio.

Più in generale, il rinnovamento delle pubbliche amministrazioni passerà anche attraverso la scelta di profili professionali maggiormente qualificati: le nuove procedure concorsuali non saranno più mirate ad individuare un profilo dello stesso tipo ma promuoveranno un ricambio generazionale più ampio, prediligendo risorse in possesso di competenze non solo teoriche ma anche pratiche ed esecutive. Se, per molti versi, i meccanismi non sembrano essere cambiati più di tanto, l’orientamento da parte delle Pubbliche Amministrazioni è invece profondamente mutato. Nel prossimo futuro, quindi, i processi di selezione saranno improntati all’individuazione di nuove risorse che ‘sanno fare’, e possono effettivamente migliorare il servizio offerte dagli enti pubblici ai cittadini e alle imprese.

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