Concessioni spiagge, stop al Senato. I bagnini: "Futuro a rischio"

Ravenna

«Il governo deve dirci cosa vuole fare delle spiagge. Ma deve farlo subito. Qui c’è in ballo il nostro lavoro, la nostra professionalità, il futuro nostro e delle nostre famiglie». Sbotta Mauro Vanni, presidente del Sindacato Balneari Confartigianato. E lo fa dopo l’ennesima fumata nera proveniente da Roma. Dal Senato, stavolta. Dove, in commissione industria, lunedì, si è impantanato l’esame del disegno di legge per la concorrenza, contenente, appunto, i parametri normativi sui bandi di gara. Che dovrebbero scattare già dal 1° gennaio 2024, come stabilito da una sentenza del Consiglio di Stato del novembre 2021, che, bocciando la proroga delle concessioni fissata, in un primo momento, al 2033, l’ha anticipata al 31 dicembre 2023. Data ravvicinatissima, che starebbe mettendo in crisi molti Comuni italiani, impossibilitati a redigere, in tempo, le gare. «Non solo - avverte Vanni -, un altro aspetto fondamentale, prima di arrivare alle evidenze pubbliche, sono le mappature, previste per le legge, che dovranno stabilire quali sono le spiagge “vergini” e quali invece in concessione. Perché, attenzione, così come prevede la Bolkestein, articoli 11 e 12, se non c’è scarsità di risorse demaniali, intese come spiagge libere da concessione, non c’è nemmeno l’urgenza di andare ad evidenza pubblica. Questo però può dircelo solo una mappatura seria e certosina. Esiste questa mappatura? Quanto tempo ci vuole per farla? Come si vede la situazione non è per nulla semplice. Perché a noi risulta - chiosa Vanni - che in Italia ci siano qualcosa come 8mila chilometri di costa marittima, di cui solo 2.500 chilometri occupati in concessione». Si è parlato anche di due anni di proroga (fino al 2025), che il governo vorrebbe inserire nel ddl, poi, addirittura di cinque anni, in virtù di un emendamento al ddl firmato da due parlamentari (uno del Pd e uno della Lega). Fatto sta, che è ancora tutto fermo e bloccato. Il presidente di Oasi, Giorgio Mussoni, aggiunge: «Intanto, questo stato di perenne incertezza blocca ogni investimento mirato a migliorare e innovare i bagni. A discapito di gestori e, anche, della clientela. E poi rispetto ai bandi a evidenza pubblica ritengo che sia giusto premiare anche la professionalità nella gestione degli stabilimenti balneari. E inserire nel disciplinare del bando una postilla che stabilisca che il subentrante, qualora cioè il vincitore dell’evidenza pubblica fosse uno diverso dal concessionario, deve impegnarsi a riconoscere al precedente gestore il valore economico-commerciale dell’impresa».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui