Concessioni spiagge, bagnini furiosi con Draghi: "Non saremo carne da macello"

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Corsa contro il tempo per il futuro delle concessioni balneari. L’ultima mossa del premier Draghi che ha chiesto (e ottenuto) il voto di fiducia sul Disegno di legge Concorrenza riduce al lumicino i tempi utili per scrivere il provvedimento sul futuro dell’arenile. Tanto che Mauro Vanni, presidente di Confartigianato imprese demaniali, attacca: «Non vogliamo finire nel tritacarne e diventare carne da macello o merce di scambio per i 200 miliardi del Pnrr. C’è il rischio concreto di stritolare 30mila imprese e di aprire le porte delle nostre spiagge ai grandi investitori esteri».

Il relatore


L’allarme arriva dall’incontro “La spiaggia che verrà”, organizzato dalla Confartigianato della provincia di Rimini che ieri mattina, sulla spiaggia di Miramare, ha chiamato a raccolta i parlamentari romagnoli oltre all’assessora al demanio del Comune di Rimini, Roberta Frisoni. La questione spiagge – inserita nel Ddl Concorrenza – è attualmente in discussione alla X Commissione del Senato, il cui relatore è il senatore Stefano Collina (Pd) insieme all’esponente della Lega Paolo Ripamonti. «La commissione si riunirà martedì 24 per votare le nuove regole sulle evidenze pubbliche imposte dall’Europa» fa il punto Collina. Sinora è stata trovato l’accordo su circa 20 articoli ma ci sono ancora due punti chiave da risolvere: «Il primo riguarda i criteri di ingresso alle evidenze pubbliche, passaggio chiave per dare certezze ai bagnini, di cui si discute dal 2009. Il secondo punto è quello degli indennizzi: chi ha investito tanto sulla spiaggia deve vedersi almeno riconosciuto il valore d’impresa. Speriamo che si possa trovare una sintesi».

Onorevoli e senatori


L’onorevole Jacopo Morrone avverte: «Il rischio è che depotenziando la spiaggia, nostra attrazione principale, a caduta ne risentano tutti. È importante avere una mappatura dell’arenile, per capire che zone debbano essere ancora assegnate. La Lega ha comunque chiesto una ulteriore proroga. Attenzione: se sul Ddl concorrenza viene imposta la fiducia, senza un accordo in commissione, si vota solo sul testo base che riguarda unicamente la mappatura. Questo significherebbe buttare a mare tutto il lavoro svolto in questi mesi sulla Bolkestein». Non ha dubbi il senatore del M5s Marco Croatti: «Le proroghe hanno distrutto il settore dei balneari e ne hanno bloccato investimenti e sviluppo. Porre la fiducia sul Ddl è il male assoluto perché scavalca il lavoro di tutti i partiti».
Il consigliere regionale Marco Lisei (FdI) non la manda a dire: «Gli indennizzi sono come la vaselina e non tutelano la storia degli stabilimenti balneari romagnoli. Noi siamo disposti ad aiutare i balneari ma non il governo Draghi». Lisei ricorda inoltre il ricorso presentato da FdI alla Corte Costituzionale contro la sentenza del Consiglio di Stato che ha annullato la proroga delle concessioni e imposto le gare entro il 2023. È realista il senatore di Forza Italia, Antonio Barboni: «È tutto demandato al lavoro della commissione, perché nel Ddl ci sono i fondi irrinunciabili del Pnrr. Speriamo di arrivare a un punto di sintesi».
Ottimista, in tal senso, Marco Di Maio (Iv): «Si può trovare un compromesso positivo per evitare una norma capestro. La scadenza delle concessioni al 2033 è una regola introdotta dal governo che ora deve trovare una soluzione. Un minimo di flessibilità sulla data finale c’è, perché già oggi i Comuni hanno avvertito dell’impossibilità di procedere con tutti gli adempimenti entro la fine del 2023».
L’assessore riminese al Demanio Roberta Frisoni bacchetta : «Il Comune non è stato coinvolto nella scrittura delle norme ma sarebbe stato meglio farlo, perché buona parte del lavoro sarà sulle nostre spalle. Qui non sono in gioco solo le spiagge ma l’intera economia del territorio».
Chiude Vanni: «Dopo 12 anni di lotte la situazione è solo peggiorata. Ora servono certezze, non possiamo più andare avanti così».

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