Concessioni demaniali, proroga fino al 2024. Bagnini: “La rovina”

Concessioni balneari, chi offre di più. Alla fine maggioranza e governo trovano l’accordo, nel decreto Milleproroghe concedono un anno in più e la scadenza slitta dal 31 dicembre 2023 al 31 dicembre 2024 (di aste pubbliche se ne parla nel 2025). Saranno contenti i bagnini, si dirà. Ma va là. «Al primo ricorso al Tar salta tutto – ricorda Mauro Vanni, presidente di Confartigianato imprese demaniali -. Ci troveremo senza legge di riforma e senza proroga. Sarà la rovina».

Cosa succede

La direttiva Bolkestein vieta i rinnovi automatici delle concessioni demaniali legandoli a evidenze pubbliche. Una sentenza del Consiglio di Stato stabilisce che i bandi devono essere attivati entro il 31 dicembre 2023. Il governo Draghi aveva concesso un anno in più qualora i Comuni non fossero in grado di organizzare le gare. Forze di maggioranza e governo da tempo lavorano per inserire nel Milleproroghe (ora in discussione nelle commissioni affari costituzionali e bilancio al Senato) più mesi. In quest’ottica negli ultimi giorni è stato trovato il seguente accordo: c’è tempo fino a luglio per mappare le concessioni demaniali e in attesa dei decreti attuativi del decreto Concorrenza nessuna concessione va a bando. Completa tutto un emendamento di Forza Italia (ma ne esiste anche uno della Lega) che proroga le concessioni fino al 31 dicembre 2024 (un anno in più quindi) che verrà approvato dalla maggioranza. Il voto in aula è previsto il 14 febbraio.

“Siamo rovinati”

«La proroga non solo è inutile, ma pericolosa – ammonisce il presidente di Confartigianato imprese demaniali, Mauro Vanni – perché potrebbe illudere qualcuno che la situazione possa cambiare». Non è così? «Al primo ricorso a qualunque Tar la proroga sarà annullata, va contro la sentenza del Consiglio di Stato, anzi saranno gli stessi funzionari comunali a non poterla applicare, la scadenza di fine 2023 è tassativa. Tutto ciò rischia di allontanare una riforma che deve mettere in sicurezza le imprese balneari». Qual è il pericolo? «Di arrivare al 31 dicembre senza una legge e con la proroga cancellata. Saremmo rovinati. Mi auguro si apra subito il tavolo di confronto per costruire una norma che sia accettata da tutti gli organismi istituzionali e tuteli le imprese balneari. Sarei felice di essere smentito, ma tutti i nostri tecnici concordano sul fatto che la proroga al 2024 è debole, non tiene in Europa e il governo che la va a proporre è a sua volta fragile, il rischio è di non portare a casa benefit per la categoria».

“Non facciamo scherzi”

Antonio Capacchione è il presidente del Sib e spiega che al di là della proroga i tempi sono comunque superati e «impossibili da rispettare» sia per quanto riguarda l’emanazione dei «decreti attuativi (doveva avvenire entro il 27 febbraio), sia per le decine di migliaia di gare che i Comuni avrebbero dovuto fare entro la fine di quest’anno».

Quindi? «Auspichiamo che questa miniproroga serva non per applicare norme “pasticciate e frettolose”, ma per adottare, finalmente, con il coinvolgimento delle Regioni e dei Comuni, quella soluzione strutturale e definitiva annunciata giorni fa dal presidente Meloni».

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