Con l’ok all’asporto, riparte la maggior parte dei bar imolesi

Imola

IMOLA. È stata una domenica dal sapore dolceamaro quella di tanti baristi imolesi. Da un lato, infatti, la brutta botta della riapertura a pieno regime posticipata (almeno) fino all’1 giugno in base alle parole serali del premier Giuseppe Conte, dall’altra invece la bella notizia di poter alzare le serrande già da ieri grazie all’ultima ordinanza regionale del presidente Stefano Bonaccini, che permette il take-away (ovvero l’asporto) da parte “degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande e da parte di altre attività come rosticcerie, friggitorie, gelaterie, pasticcerie e pizzerie al taglio)”. «Meglio di niente» è il coro che si alza all’unisono, pur se, come in occasione dello stesso provvedimento riservato alle librerie, alcuni hanno preferito attendere l’evolversi degli eventi.
Modalità rigide
Le regole sono chiare. All’interno del locale può entrare solo una persona alla volta, previa ordinazione on-line o telefonica, e naturalmente senza creare assembramenti all’esterno: ogni cliente dovrà avere un orario di consegna da rispettare e poi sarà obbligatorio consumare il cibo o le bevande altrove. Occhio, però, che non sono mancati i dubbi proprio riguardo all’ordinanza, vista l’assenza del termine “Bar” nel testo regionale: «Io infatti credevo di non poter riaprire – spiega Filippo Morara del Caffè del Grillo –, poi confrontandomi con i colleghi e con l’associazione di categoria (Confcommercio, ndr) ho capito che era possibile. Partirò solo domani (oggi, ndr) però, osservando tutti i protocolli del caso e sapendo che, comunque, a livello economico non cambierà un granché: l’idea è di tornare a dare un po’ di colore al centro storico, insomma presidiare il territorio come si dice in gergo. Finora mi sono tenuto in piedi grazie alla consegna a domicilio dei vini, è andata molto bene e devo ringraziare i clienti, molto bravi ed affettuosi».
Se per il Dulcis Caffè di Matteo Coralli, già operativo dalla settimana scorsa con la vendita, nuova, del pane, si tratta solo di «integrare con la vendita d’asporto di bevande, ovvero caffè, cappuccini, spremute e altro, sempre stando attenti a non creare file, dato che la mattina presto l’accesso è corposo», ecco che l’Elio’s Cafè di Elio Morara le considerazioni sul tavolo sono tante: «Stiamo capendo come muoverci. Credo che molto probabilmente partiremo domani (sempre oggi, ndr) con l’asporto, nonostante finora abbiamo evitato le consegne a domicilio. Il vino? Sì, venderemo d’asporto pure quello, considerando che abbiamo preso il codice Ateco delle piccole gastronomie, infatti sarà possibile ordinare formaggi e altro. Come nelle vecchie botteghe di una volta insomma».
Il vino va
Il Caffè Emilia di Luca Lelli partirà pure lui da oggi con il take-away e una ricca offerta di colazioni, pranzi, panini e pizza, senza dimenticare il vero punto di forza, ovvero il vino: «La mia filosofia è che qualcosa va sempre meglio di niente. Certo, i margini di guadagno sono ridotti, ma l’asporto e ancora prima le consegne a domicilio rappresentano pur sempre un inizio. Io un anno fa ho investito parecchio sulla vendita del vino, grazie in particolare all’accordo di collaborazione con un’enoteca, e devo riconoscere che questo prodotto ha funzionato molto bene: evidentemente la gente, stando a casa, ha apprezzato accompagnare un buon vino al cibo».
Non ha mai chiuso il Caffè del duomo “Zak e Simon”, anche se «Ho preso il locale da pochi mesi non mi sarei mai aspettato una botta del genere – commenta Enzo Fratantuono – . Per fortuna siamo andati avanti con la vendita dei tabacchi, quanto all’asporto preferisco aspettare e vedere se conviene o no. Di sicuro abbiamo bisogno di aiuti concreti dal Governo, altrimenti “sopravvivere” diventa difficile».
Nel centro storico serrande aperte per il Caffè Otello (distribuzione di take-away e conferma delle consegne a domicilio), per il Bar Centrale e per il Caffè Bologna di Andrea Vernocchi: «Grazie ai tabacchi non abbiamo chiuso e la rivendita ha funzionato, diventando un punto di riferimento per tanti cittadini, ora ci proviamo pure con l’asporto, sapendo che partiamo da un fatturato calato del 70%. E questi numeri a breve non miglioreranno. Per fortuna anche la consegna a domicilio delle colazioni sta funzionando abbastanza bene, con quasi 30-40 richieste al giorno». E torna ad aprire anche lo storico Bar Gelo: «Siamo chiusi dall’1 marzo – conferma Federica Onnembo – e ripartiremo con l’asporto, anche di caffè e cappuccini, proprio per dare un segnale ai nostri clienti. È un modo per ricominciare».

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