Comune senza barriere architettoniche, Forlì pronto

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Una proposta di legge regionale che si propone di agevolare la vita e la mobilità delle persone con disabilità, prevedendo misure per l’abbattimento delle barriere architettoniche e incentivando, anche finanziariamente, l’adozione e l’attuazione da parte dei Comuni emiliano-romagnoli dei “Peba”, i piani di eliminazione delle barriere architettoniche. Quelli che Ravenna ha formulato nel 2021 e Forlì sta per condurre in porto dopo un’approfondita ricognizione su edifici pubblici, strade, marciapiedi e fermate del trasporto pubblico locale, iniziata due anni fa.

Il progetto di legge quadro è stato formulato dal gruppo consiliare della Lega e ha come estensore e primo firmatario il forlivese Massimiliano Pompignoli. Un testo di 19 articoli suddiviso in tre titoli che verrà depositato lunedì per poi passare al vaglio di 3ª e 4ª commissione consiliare regionale (Territorio e ambiente – Sanità) ed approdare potenzialmente in assemblea legislativa per la sua approvazione. Una legge che porterebbe a creare un registro regionale telematico dei piani comunali di eliminazione delle barriere architettoniche per poi distribuire ai singoli enti locali, sulla base delle esigenze e dei progetti presentati, co-finanziamenti che rendano possibile i lavori di adeguamento. La Lega prevede un budget iniziale di 5 milioni «ma è una cifra indicativa, senz’altro incrementabile, anche attraverso risorse europee che, avendo finalmente una legge, la Regione potrebbe ottenere» spiega Massimiliano Pompignoli. Soldi che andrebbero in via preferenziale a rendere accessibili ai disabili gli edifici pubblici, le fermate degli autobus e i mezzi di trasporto pubblico stessi e la ristrutturazione del patrimonio di edilizia residenziale pubblica, con norme che favoriscano, nelle graduatorie, l’assegnazione di alloggi ai soggetti più fragili. «Ogni 40, almeno uno sia destinato ai disabili» precisa il consigliere.

Ritardo da colmare

L’iniziativa nasce da una lacuna da colmare. «In Italia la legge sull’eliminazione delle barriere architettoniche è del 1986 e obbligava le Regioni a dotarsi di propri piani entro un anno: nessuna l’ha mai fatto e solo di recente poche li hanno redatti – spiega Pompignoli –. Non l’Emilia-Romagna che ha norme al riguardo nei regolamenti edilizi e di mobilità, ma non una legge quadro. Per questo abbiamo lavorato su una proposta concreta, il cui scopo è spingere i Comuni a dotarsi di progetti che rendano le città accessibili. Chi li farà e si impegnerà a realizzarli, avrà un sostegno economico dalla Regione». Il tutto passa da un registro nel quale fare confluire tutti i “Peba” municipali, così da tenerli monitorati e assegnare di volta in volta i finanziamenti. «Spero che la maggioranza e il Pd sostengano la nostra proposta, aperta al loro contributo».

Alloggi Erp

Nel testo c’è anche la proposta di prevedere un alloggio Acer ogni 40 per l’assegnazione ai disabili, ma anche «la possibilità di utilizzare gli oneri d’urbanizzazione dei lavori pubblici per sovvenzionare l’adeguamento delle case popolari in primis e in senso lato tutti i progetti di eliminazione delle barriere, anche sui mezzi pubblici».

Il piano di Forlì

Favorevolissimo alla proposta di legge è l’assessore alla Mobilità di Forlì, Giuseppe Petetta. «Dal 2020 siamo al lavoro per adottare un piano cittadino di eliminazione delle barriere ed entro tre mesi sarà ultimato – afferma –. Per realizzarlo in toto, 5 milioni servirebbero solo a noi, ma serviranno anni, l’importante è iniziare e avere un supporto finanziario». Lunga è stata anche la ricognizione delle esigenze. «Abbiamo valutato 711 fermate degli autobus, analizzato 300 strade del centro storico allargato alla circonvallazione e mappato tutti gli edifici pubblici e impianti sportivi. Ogni singola struttura, via, marciapiede, passaggio pedonale e fermata, ha una sua scheda, con segnalata la relativa criticità motoria e audiovisiva, la soluzione al problema e il costo per attuarla. Un lavoro svolto assieme alle associazioni che in città si occupano di disabilità».

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