Come si fa l’orto dei semplici per avere le piante giuste in casa

Archivio

I lockdown che hanno costretto in casa durante la pandemia da Covid-19 hanno fatto riscoprire a molti il piacere di godersi i grandi o piccoli spazi verdi domestici. Che sia un balcone o un ampio giardino, un’area di contatto con la natura ha dato sollievo spesso alle ansie della costrizione entro le mura domestiche. E non sono solamente le belle piante ornamentali e i fiori colorati a farla da padrone in questo ritrovato interesse per il giardinaggio; in tanti hanno provato a esplorare territori meno conosciuti, come quello della coltivazione delle piante officinali. L’orto dei semplici era imprescindibile nelle realtà monastiche e conventuali medievali e alla base della medicina fino all’Ottocento. I “semplici” erano i principi curativi ottenuti direttamente dalla natura (per essiccazione, macerazione, infusione), in opposizione ai ‘compositi’ che erano miscele di sostanze diverse che costituivano trattamenti farmacologici. Le piante con proprietà curative si coltivavano anche in orti cittadini, a partire da quello realizzato a Salerno, in stretto legame con la Scuola medica locale, fra il XIII e il XIV secolo. Si diffusero poi in tutta Italia e negli orti botanici di tutta Europa, legati a ospedali o università, come a Bologna e Padova, e sostenute dalle signorie locali, come i Medici a Firenze. Oggi l’orto dei semplici può essere realizzato anche in casa propria. Informandosi sulle piante medicamentose e sulle loro specifiche proprietà curative, ciascuno può scegliere le specie più adatte agli spazi a disposizione. Con l’aiuto di un esperto vivaista, si possono selezionare le piante tenendo conto soprattutto delle caratteristiche di esposizione solare del proprio balcone o giardino. Ci si può dedicare a piante aromatiche, che oltre ai loro benefici sulla salute sapranno donare gusto alle pietanze della cucina di casa, imparando i tempi di semina e cura di ciascuna pianta, le modalità migliori per la conservazione del raccolto: basilico, prezzemolo, erba cipollina, finocchio, maggiorana, menta, origano, timo e salvia sono solamente le piante più comuni, ma anche coriandolo, anice, dragoncello, santoreggia. L’importante è che l’orto sia ben delimitato per ogni pianta, magari con segnapiante che rendono più facile la gestione della cura di ciascuna specie, ma anche piacevole alla vista uno spazio ben curato. Ci si può avventurare anche nel campo delle piante curative, come la calendula, la melissa e la camomilla, note per le proprietà rilassanti e calmanti, l’echinacea, con proprietà immunostimolanti, l’erisimo, un antisettico e antinfiammatorio.

La piccola fitoterapia domestica potrà beneficiare di questa produzione ma sempre con molta attenzione alle controindicazioni e con le cautele necessarie: un esempio per tutti, l’innocua malva. Pianta facilmente coltivabile, che si riproduce facilmente e che regala anche bei fiori violacei, ha proprietà medicamentose molteplici. Usata soprattutto per decotti e tisane (e anche come insaporitore per zuppe e minestre) che si ricavano dai fiori, boccioli e foglie giovani della pianta, ha preziose qualità calmanti, antinfiammatorie e regolatorie dell’intestino, calma la tosse e aiuta nella cura del raffreddore. Salvo casi di allergie specifiche, la malva non ha controindicazioni notevoli al suo utilizzo, eppure bisogna sempre ricordare che quando si assumono farmaci le interazioni vanno sempre controllate, ricorrendo al parere di un medico. Così anche la melissa, che ama i luoghi soleggiati e che ha bisogno solamente di un po’ di attenzione alle frequenti irrigazioni che richiede, può essere la base di tisane e alcolati, con funzioni rilassanti, antidepressive, digestive e antibatteriche, con anche blanda azione sedativa e antispastica. Tuttavia, anche in questo caso bisogna informarsi bene per evitare sovradosaggi e interazioni con i farmaci: il medico è sempre l’unico che può dare informazioni sicure.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui