Come funziona la tassazione nel trading online? Ecco tutto quello che devi sapere

Gli italiani sono sempre più attratti dagli investimenti finanziari, soprattutto per quanto riguarda donne, uomini over 55 e i giovani Millennial.

Secondo un sondaggio condotto dal popolare broker di trading online eToro, con dei risparmi a disposizione la maggior parte delle persone fra questi tre gruppi investirebbe subito in Borsa, lasciando soltanto al secondo posto il mattone e puntando anche su oro e criptovalute per la diversificazione del portafoglio.

Cresce anche la consapevolezza tra quanti si dicono in grado di investire in modo autonomo, con una maggiore consapevolezza sull’importanza dell’educazione finanziaria. Ad ogni modo, uno degli argomenti meno conosciuti è quello della tassazione nel trading online, un aspetto al contrario fondamentale in quanto può influenzare le performance d’investimento e la scelta del broker.

Come funzionano le tasse nel trading online

Come spiegato nel dettaglio dagli esperti del settore, per  le tasse sul trading on line in Italia il riferimento è l’ imposta del 26% sugli interessi finanziari, ovvero un’aliquota applicata alle plusvalenze ottenute con qualsiasi tipo di strumento finanziario. Ad esempio, semplificando al massimo, se si apre un conto di trading con 1.000 euro e alla fine dell’anno sono diventati 3.000, sarà necessario pagare una tassazione del 26% su 2.000 euro di plusvalenza.

La legge italiana prevede che non bisogna pagare nulla in caso di perdite, quindi se invece di profitti si sono di fatto persi dei soldi non va corrisposto alcun onere fiscale. Allo stesso modo non devono dichiarare i proventi di trading online le persone che operano con un broker estero, una società autorizzata con sede legale al di fuori del territorio italiano, purché anche il trader abbia la residenza fiscale non in Italia ma in un altro Paese.

Ad ogni modo, è necessario conoscere le modalità per la dichiarazione dei guadagni di capital gain, con due possibili opzioni a seconda del servizio proposto dal broker. Con il regime sostitutivo è la società d’intermediazione finanziaria che versa le imposte dovute, ripetendo l’operazione ogni qual volta il trader effettua una plusvalenza. In questo caso non bisogna fare nulla, poiché le imposte sono già regolarizzate dal broker.

Altri operatori, invece, adottano quello che viene chiamato regime dichiarativo, lasciando il compito di dichiarare i profitti da attività finanziaria al trader, il quale deve inserire gli eventuali guadagni all’interno della dichiarazione dei redditi. Nella scelta del broker, dunque, è di fondamentale importanza controllare il tipo di servizio fiscale offerto, per evitare qualsiasi problema o sanzione e individuare un operatore in grado di fornire un sistema adatto alle proprie esigenze.

Come pagare le tasse nel trading finanziario

Come abbiamo visto, nel settore del trading online i  broker propongono servizi diversi per il pagamento delle imposte sulle plusvalenze, tuttavia nella maggior parte dei casi è necessario indicare i proventi da strumenti finanziari nella dichiarazione dei redditi. Diversi broker offrono comunque un supporto importante per i trader, fornendo ad esempio una  rendicontazione dettagliata alla fine dell’anno per aiutare i clienti a calcolare i guadagni ottenuti.

La soluzione migliore consiste sempre nel rivolgersi a un commercialista, in questo modo è possibile ricevere assistenza qualificata da parte di un professionista, per capire come dichiarare i profitti e in che modo conteggiare plusvalenze e minusvalenze in maniera precisa, per evitare di pagare più del dovuto. Inoltre, un esperto sarà sempre aggiornato sulle ultime normative, garantendo il rispetto delle leggi italiane e la massima trasparenza al momento di realizzare la dichiarazione fiscale.

In ogni caso è fondamentale fare trading online solo ed esclusivamente con broker seri e affidabili, individuando società autorizzate possibilmente certificate in Europa. La scelta del broker rimane essenziale non solo per la qualità e il tipo di servizio, ma anche ai fini tributari, sebbene soprattutto agli inizi questo aspetto ricopra un ruolo marginale per un trader principiante.

Per un investitore esperto le cose cambiano, rendendo ancora più indispensabile l’assistenza di un commercialista specializzato per trovare l’opzione più adeguata alle proprie necessità.

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