Coltellate in strada a Lido Adriano, nei guai anche un minore

Ravenna

Chi più, chi meno, erano rimasti quasi tutti feriti. Di certo, secondo la ricostruzione della notte tra il 7 e l’8 luglio scorso, entrambe le fazioni avrebbero partecipato attivamente alla colluttazione, avvenuta non fra colpi di sedie e tavolini, ma anche aiutandosi con un coltello, coinvolgendo pure un minore. E così, nei confronti delle due famiglie protagoniste della rissa furibonda scoppiata a due riprese lungo viale Virgilio a Lido Adriano, è ora arrivato l’avviso di fine indagini, atto che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura.

Sei in tutto gli indagati. Da una parte una coppia, lui 52enne di origine turca, lei 50enne slovacca, e il figlio 25enne nato a Ravenna, tutti residenti nella località balneare ravennate e difesi dall’avvocato Stefano Dalla Valle. Dall’altra un’altra famiglia composta da padre tunisino di 50 anni e madre 42enne originaria di Erice (difesi dall’avvocato Alessandro Sintucci); si procederà davanti al tribunale dei Minori per il figlio 15enne, a sua volta coinvolto nella rissa.

Rifugiati nel negozio

Stando a quanto accertato, pare che a innescare la bagarre sia stata una lite per futili motivi tra i due giovani, alla quale avrebbero poi preso parte anche le rispettive famiglie. Ad avere la peggio sono stati il 25enne e i genitori, al punto che si sarebbero rifugiati all’interno di una gastronomia affacciata sulla strada. Il titolare, sentendo le grida di aiuto e vedendo le condizioni delle tre persone appena entrate, ha deciso di chiudere immediatamente le saracinesche, lasciando fuori i rivali. A sua volta ha dato l’allarme al 118 che è giunto sul posto insieme alla Polizia di Stato.

Il minore nella mischia

Sul posto erano intervenuti gli agenti delle Volanti e della Squadra Mobile, il cui rapporto aveva dato origine al fascicolo aperto dal pm di turno Monica Gargiulo. Ora tra le contestazioni figurano le lesioni aggravate e l’utilizzo di armi o oggetti atti ad offendere; tra questi un coltello, rinvenuto all’interno di una Mercedes a bordo della quale sarebbero scesi i parenti del minorenne, prima che l’alterco degenerasse. E proprio la presenza del ragazzino di 15 anni avrebbe determinato nel capo d’accusa appena notificato l’aggravante per la madre: non solo la donna avrebbe preso parte alla scazzottata, ma avrebbe portato il figlio soggetto a sua tutela a commettere il reato.

Il risultato di quella notte di follia è certificato dalle cartelle cliniche: ad avere la peggio sarebbe stato il 25enne, con la faccia devastata dalle botte ricevute, fra ossa rotte, tagli e tumefazioni per una prognosi di 30 giorni dovuta alla coltellata ricevuta al torace, al volto e alla nuca. FED.S.

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