Dieci anni di reclusione per l’operaio albanese che tentò di uccidere la moglie e il presunto amante. Ieri mattina, il gup Vinicio Cantarini, ha condannato Pellumb Jaupi, albanese di 54 anni, a 10 anni di reclusione e ha stabilito un risarcimento di 60mila euro a testa per le due parti civili. Il giudice ha inoltre riconosciuto tutte le aggravanti, compresa la premeditazione ad esclusione della minorata difesa. Nel suo delirio di gelosia, Pellumb Jaupi avrebbe prima dovuto uccidere la moglie a casa a calci, pugni e coltellate e poi quello che riteneva l’amante con profondi fendenti al fianco e all’addome. Al culmine della sua vendetta avrebbe, infine, dovuto togliersi la vita dandosi fuoco. Una catarsi finale alla quale l’albanese non arrivò mai perché il 22 febbraio del 2022 fu arrestato dalla polizia di Stato nell’albergo di Miramare dove aveva appena accoltellato il titolare. Una condanna a 10 anni che tiene conto soprattutto dell’aggravante della premeditazione, come le indagini coordinate dal sostituto procuratore, Davide Ercolani, avevano ricostruito fin dall’acquisto il giorno stesso del coltello da cucina, usato per aggredire i due e la tanica riempita di benzina da utilizzare alla fine della tragica vicenda.

Rimini, coltellate all’ex moglie e a un albergatore: condannato a 10 anni
