Colleziona a San Piero in Bagno tutte le tessere della Dc

Cesena

Incallito collezionista e anche incallito democristiano, il sampierano Arrigo Sampaoli ha riunito le due passioni e annuncia di aver completato una raccolta che gli stava particolarmente a cuore: quella di tutte le tessere della Dc dalla sua nascita al suo scioglimento.

«Una collezione che è un marchio di famiglia», commenta lui stesso, ricordando come il padre sia stato tra i fondatori del partito a San Piero e come lui stesso sia stato invece l’ultimo segretario della locale sezione.

Ma non basta, perché Sampaoli ha raccolto anche le tessere del Partito Popolare Italiano di Don Sturzo, in qualche modo “il precursore” della Dc, con la prima tessera datata 1919.

Una doppia collezione

«Fra le mie passioni - racconta Arrigo Sampaoli - un posto importante occupano le mie raccolte collezionistiche. L’ultima riguarda le tessere della Democrazia Cristiana. Ne ho recentemente completato la collezione, mettendo insieme quelle di tutti gli anni, dalla prima all’ultima, dal 1944 al 1992. È anche un omaggio a mio padre, Alvaro, che dette vita sotto casa, nel 1944, alle prime mosse, ancora clandestine, del partito. Ne fu l’anima per decenni nel dopoguerra, ricoprendo lungamente incarichi di direzione sezionale, comunale e comprensoriale. Precursore della Dc - continua Sampaoli - fu il Partito Popolare Italiano di Don Sturzo, la cui prima tessera fu nel 1919 e l’ultima nel 1925, e ovviamente le ho interamente raccolte».

I pezzi più rari - rivela lo stesso Sampaoli - sono le annate 1924 e 1925 del Partito Popolare, quando già era insediato Mussolini, e quelle del 1944 della Dc, quando ancora l’Italia non era liberata.

Una storia anche di famiglia

Poi il sanpierano democristiano continua: «Uno strano destino mi accomuna me a mio padre: lui fu il primo segretario comunale e fondatore Dc locale nel 1944, io ne fui l'ultimo, nel 1992, cui seguirono scioglimento e scissioni».

«Il resto - conclude un po’ amaramente Sampaoli - è storia delle cosiddette seconda e terza Repubblic».

C’è chi fa notare come quei piccoli cartoncini apparentemente senza senso finiscano per rappresentare al tempo stesso la storia di una famiglia e delle generazioni, e la storia della Dc e dell’Italia.

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