Colleghi e coppia nella vita: parlano due musicisti ucraino e russa

Russia e Ucraina si danno la mano sul palco del teatro Ebe Stignani di Imola, lunedì 4 aprile (ore 21) per un nuovo appuntamento di “ERF#StignaniMusica”. Il sipario si alza infatti sulla coppia di violinisti Pavel Vernikov, ucraino di Odessa, e Svetlana Makarova, moscovita, e sul pianista russo Roustem Saitkoulov.

«Con mia moglie, Svetlana Makarova – racconta in ottimo italiano Pavel Vernikov, vissuto per molti anni nel nostro paese – abbiamo scelto composizioni che esaltino il ruolo dello strumento che suoniamo, il violino, e brani dedicati a noi da compositori contemporanei, come la “Fantasia per due violini e pianoforte” di Josef Bardanashvili, che è nata da un’idea un po’ folle. Dopo aver visto “Bohemian Rapsody”, ho associato la bellissima canzone di Freddy Mercury al Quartetto di Schubert “La morte e la fanciulla”, e il compositore ha scritto per noi questo “Mama, I dream Schubert”».

Voi eseguirete anche “Fantasia Odessa per due violini e pianoforte” del giovane Andrey Pushkarev.

«Sì, e lo facciamo in un momento molto delicato le cui conseguenze si vedono in tutto il mondo. Pensi che il nostro bambino, nove anni, perché sua madre è russa, è stato accusato dai compagni di volere la guerra: lui, che è figlio di un ebreo ucraino e di una moscovita, e vive in Svizzera! Mi sembra tutto senza senso, come lo è l’ostracismo alla cultura russa di cui sento parlare».

Ci spieghi il suo punto di vista.

«Molto semplice: il vero problema non è vietare di suonare Cajkovskij… fra sei mesi lo faremo di nuovo! Ma cosa si può dire dei bambini, degli uomini e delle donne morti, che Cajkovskij non lo ascolteranno mai più?».

La sua famiglia vive una situazione molto drammatica, nella duplicità della vostra cultura.

«Uno come me, vissuto in Russia, educato alla sua grande scuola musicale, vede oggi una nazione sorella bombardare e distruggere città e vite in Ucraina! Seguo tanti tanti programmi alla tivù italiana, perché all’Italia resto molto legato: tanti pareri e parole, ma quando muoiono dei bambini, forse sarebbe meglio tacere e non parlare con leggerezza, senza neanche chiedersi cosa sarebbe successo durante la seconda guerra mondiale se i partigiani si fossero arresi. Forse oggi parleremmo tutti tedesco!».

Voi infatti portate nei teatri la vostra musica mescolando, appunto, autori e storie: e a Imola eseguite la “Sonatina in sol maggiore per violino op. 100” del ceco Dvořák ma anche i “Five pieces per due violini e pianoforte”di Dmitrij Šostakóvič.

«Soprattutto cerchiamo di aiutare una parte e l’altra: abbiamo messo a disposizione di sfollati ucraini la nostra casa, ma cerchiamo sponsor e sostegno per gli studenti di musica, russi e ucraini, che vivono all’estero e che, con le carte bloccate e in questa situazione, subiscono incertezza e bisogno. Siamo musicisti, e aiutiamo le persone, convinti che in questa tragedia non bisogna perdere di vista il punto andando a cercare le ragioni nella storia…».

Viene spontaneo chiedersi con che animo lei eseguirà la “Fantasia” di Pushkarev.

«La prima esecuzione la feci proprio nel teatro di Odessa: e lì, già, quasi piangevo. Ho un po’ paura, è vero, ma voglio fare un omaggio alla mia città, e ricordarla, anche se da tempo vivo all’estero. Odessa è una città splendida, una città di mare dove i popoli convivono: suonare quel brano sarà un modo per ribadirle il mio amore». In programma anche “Alt-Wien” di Leopold Godowsky e Fritz Kreisler, il “Tango da España, 6 hojas de album op. 165” di Isaac Albénitz e Fritz Kreisler. Biglietti: € 20-12.

Info: 0542 25747
www.emiliaromagnafestival.it

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