Alfonsine, cold case Minguzzi: l'agente sotto copertura sarà sentito come teste

Si chiama Francesco Rossi, classe 1948. Potrebbe essere lui il misterioso “brigadiere Ciccio”, il sedicente agente sotto copertura mandato da Bologna che nel 1987 si mise in contatto con la fidanzata del povero Pier Paolo Minguzzi nei giorni precedenti e successivi al ritrovamento del cadavere del carabiniere di leva 21enne, rapito il 19 aprile e trovato morto l’1 maggio nel Po di Volano. Il presidente della Corte d’Assise, Michele Leoni, lo vuole sentire come teste inedito nel processo che 34 anni dopo quei fatti di sangue vede imputati i due ex carabinieri di Alfonsine Orazio Tasca e Angelo Del Dotto e l’ex idraulico del paese Alfredo Tarroni. Con una specifica ordinanza – riferendosi alle ampie facoltà concesse al giudice dal codice di procedura penale e facendo riferimento a una certa inerzia delle parti – il magistrato ha disposto la citazione del 73enne, senza però dare ulteriori riferimenti. Pur mantenendo il condizionale, alcuni aspetti portano a collegare il nuovo teste con il fantomatico “brigadiere Ciccio” descritto da Sabrina Ravaglia in due diverse deposizioni. Il presidente ha anche disposto l’acquisizione del libretto matricolare, dettaglio che fa presumere si tratti di un ex militare.

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