Due codici del xv secolo da oggi esposti alla Malatestiana

Cultura

CESENA. Nell’atrio della Biblioteca Malatestiana di Cesena sono visibili da oggi due dei preziosi codici appartenenti alla raccolta, da sempre custoditi all’interno dell’aula, incatenati ai plutei quattrocenteschi. Entrambi realizzati per Malatesta Novello nel XV secolo, contengono opere di Sant’Agostino e mostrano le caratteristiche decorazioni che contraddistinguono la produzione commissionata dal Signore di Cesena. I codici sono sfogliabili online nel Catalogo Aperto dei Manoscritti Malatestiani alla pagina http://catalogoaperto.malatestiana.it/ricerca/ ma la loro esposizione nelle due bacheche sul lato del portale permette di constatare dal vivo la loro bellezza e l’accuratezza delle decorazioni.

Di seguito la scheda dei due codici:

D.IX.1 Sant’Agostino, De civitate Dei, metà sec. XV (1450)

Membranaceo; mm. 373x254x66; scrittura umanistica di mano di Jacopo da Pergola, a piena pagina, in inchiostro marrone, con incipit, titoli ed explicit in inchiostro rosso; legatura di restauro del XVIII secolo, coperta in cuoio marocchino, su assi in legno, decorata con borchie in ferro; catena al margine di piede del piatto inferiore. Illustrazione e decorazione: iniziale figurata a c. 15r con lettera G in oro, ornata da un cordone turchino e da una ghirlanda di fogliami verdi, che racchiude la rappresentazione prospettica del Santo nello studio e apertura di paesaggio. Il codice fu scritto da Jacopo da Pergola nella città di Fano e fu terminato il 10 febbraio 1450. Rappresenta un esemplare notevole per la splendida grafia umanistica impiegata dall’amanuense e per l’altrettanto splendida decorazione miniata presente nelle pagine iniziali di ogni libro, per cui il manoscritto è stato definito “il capostipite della facies illustrativa e decorativa di tutta la biblioteca allestita dal principe per il convento di San Francesco di Cesena”.

D.IX.2 Sant’Agostino, Opere varie, metà sec. XV

Membranaceo; cc. 274; mm. 373x251; Scrittura umanistica (littera antiqua) di mano di Jean de Epinal in inchiostro marrone, con incipit, titoli ed explicit in inchiostro rosso; Legatura coeva, con restauri parziali dei secoli XVIII e XX; coperta in cuoio di ovino, su assi in legno, decorata con impressioni a secco, piatto posteriore e dorso di restauro, cucitura su quattro linguette allumate, capitelli in lino, nove borchie in ferro quadrilobate sul piatto anteriore, resti di quattro bindelle sui margini del piatto anteriore, catena in ferro al margine di piede del piatto posteriore. Illustrazione e decorazione: iniziali decorate, lettere a pennello rosse e blu all’inizio di ogni paragrafo. Il codice fu scritto da Jean de Epinal per Malatesta Novello ed è sempre stato conservato nella raccolta cesenate. Nel margine inferiore di c. 1r stemma di Malatesta Novello (steccato) entro ghirlanda, affiancato dalle iniziali in oro M N. Antiche segnature: nella controguardia anteriore Iª fila / IX° pluteo / II° in ordine di mano del bibliotecario Serafino Zanotti (1798-1804).

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