Cmc, torna in auge la trattativa con Webuild

Ravenna

RAVENNA - Il destino della Cmc sarà deciso dopo le elezioni, mentre la trattativa si allarga ad un ulteriore soggetto. Ora sono due le strade che sono state considerate, dai tecnici ministeriali, «da approfondire perché concrete», il che significa un'iniezione di moderato ottimismo per il futuro di quello che è uno dei primi quattro gruppi di costruzioni in Italia. Ieri infatti un nuovo passaggio istituzionale ha visto partecipare i vertici aziendali ad un incontro al Ministero dello Sviluppo economico per salvare la cooperativa di costruzioni di via Trieste, ma ormai appaiono sempre più evidenti due aspetti. L'operazione non si può compiere senza un intervento dello Stato, per quanto allineato alle direttive europee. E un tavolo al quale possono partecipare solo i tecnici perché i ministri sono in campagna elettorale non può essere totalmente decisivo.

Ora quindi il Gruppo ravennate cercherà di stringere i denti e centellinare la liquidità disponibile, che consente al momento di scavallare il periodo di incertezza politica, con gli stipendi che sarebbero comunque garantiti fino a dopo ottobre. Peraltro il tavolo di ieri ha fornito una ulteriore, fondamentale certezza: la cassa integrazione sembra garantita anche per i cantieri siciliani e per i dipendenti romagnoli, e questo aiuterà la continuità aziendale. Intanto, quindi, Cmc approfondirà le trattative con i potenziali partner con cui costituire una Newco, una nuova azienda nella quale far confluire gli asset della cooperativa e che acquisirà anche il portafoglio di commesse al momento detenute dall'azienda ravennate. All'incontro in forma telematica hanno partecipato oltre ai rappresentanti del Mise, anche i tecnici dei ministeri di Economia e Finanze, delle Infrastrutture, del Lavoro. Era collegato poi l'assessore regionale allo Sviluppo economico e Lavoro, Vincenzo Colla, il sindaco Michele De Pascale, il presidente di Legacoop Emilia-Romagna Giovanni Monti, Invitalia, i rappresentanti diCmc e dei sindacati. In particolare, da Ravenna erano collegati Roberto Martelli di Fillea Cgil, Luca Rossi di Filca Cisl e Antonio Pugliese di Feneal Uil.

Il rincorrersi di commenti che trapelano, fra bocche cucite, sono all'insegna dell'incontro "interlocutorio", anche se il presidente di Cmc, Alfredo Fioretti, avrebbe confermato l'esistenza di un nuovo interessato, con cui la trattativa si starebbe approfondendo in questi giorni. Da fonti vicine all'azienda si parla di un potenziale acquirente italiano, che ancora non si era affacciato ad una possibile collaborazione con la cooperativa di via Trieste.

Nei mesi scorsi erano state approfondite trattative con Webuild (già Salini-Impregilo) e Aspi-Pavimental, confermate ufficialmente dalla stessa Cmc. A livello ministeriale poi era stata sondata la strada che avrebbero portato a Fincantieri e, nello scorso tavolo al Mise, era stata la stessa cooperativa ravennate ad annunciare l'apertura di altri due filoni di trattativa, senza svelare i nomi delle due realtà aziendali con cui si stava interloquendo. Anche se uno sembrava ricalcare, nelle caratteristiche, il Gruppo Pizzarotti. Gli sforzi passati, ad ogni modo, non sembrerebbero essere stati vani, perché una di queste trattative (quella con Webuild) sarebbe tornata in auge, e se ne starebbero approfondendo i dettagli. Ora poi si starebbe concretizzando una ulteriore possibilità di salvataggio di Cmc, ma per un accordo di riservatezza ieri non è stato diramato il nome di questo ulteriore potenziale acquirente. Nei prossimi giorni sarà più chiaro il contorno dell'offerta e ora l'obiettivo è quello di formalizzare un accordo nella prima metà di ottobre. I dipendenti Cmc tengono le dita incrociate.

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