Claudia Castellucci al Bonci con "La fisica dell'aspra comunione"

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Il teatro Bonci di Cesena ospita Claudia Castellucci e la sua compagnia Mòra; Alle 19 e alle 21 va in scena il ballo “Fisica dell’aspra comunione” ideato dalla cofondatrice cesenate di Societas Raffaello Sanzio, presentato in ottobre alla Biennale Danza 2020. Lavoro che è valso alla coreografa e didatta il Leone d’argento a Venezia. Le musiche sono eseguite dal vivo dal pianista Matteo Ramon Arevalos. I 5 danzatori in scena sono “figli” della omonima Scuola di movimento ritmico che Claudia ha tenuto a Cesena tra il 2016 e il 2019.

La prerogativa di questo ballo è di essere nato in simbiosi con le musiche del compositore, organista, ornitologo francese Olivier Messiaen (1908 – 1992). Così la creazione percorre uno schema di movimenti tratti dalla sua composizione per pianoforte “Catalogue d’Oiseaux” (1956-1958). Messiaen la scrisse dopo avere a lungo osservato il canto degli uccelli e averne annotato caratteristiche sul pentagramma. Altrettanto Castellucci ha cercato di costruire passi, movenze, spostamenti ritmici e spaziali del ballo, prendendo a modello la continuità di quel canto. Il tutto è maturato in un tempo dilatato (l’inizio del Ballo nel 2015), all’interno di una scuola «primitiva» al di fuori dei canoni estetici e istituzionali correnti.

I 5 danzatori, di nero vestiti, si spostano immersi in un continuo indagare, su sé stessi e sul mondo. Ora più assorti, ora in condivisione nel coro, ma sempre volti a una ricerca che sul finale si fa ossessiva. Avviene quando le musiche dal vivo di Matteo Ramon Arevalos (padre messicano ma lui nato a Ravenna) lasciano spazio alla composizione registrata, sempre su musiche di Messiaen, eseguite da Peter Hill e rielaborate in modo originale da Stefano Bartolini con intervento di elettronica. L’esecuzione di Mòraè molto precisa, pulita, accurata, ricercata.

A proposito della scelta musicale, la coreografa ha ricordato che «già in “Homo turbae”, una decina d’anni fa, avevo scelto le musiche d’organo di Messiaen. In questo caso ho colto brani del suo “Catalogue d’oiseaux” (Catalogo d'uccelli) dopo averlo ripetutamente ascoltato».

Cosa l’ha conquistata?

«Mi piacciono i suoi registri estremi, dalla pace suprema all’ira, a rabbia, follia, armonia. Questi suoi brani consentono veramente un rapporto fisico con il suono e con il silenzio. Messiaen ha rimesso in gioco profondamente la nozione di ritmo».

Quale analogia trova invece fra danza, musica, ritmo?

«La danza mi serve per formare il rapporto con il tempo. Musica e danza hanno una componente libera dal debito originario dell’arte nei confronti della imitazione. La musica ha gesti dell’anima umana liberi perché non rappresenta; commuove, ma non racconta una storia precisa. Altrettanto la danza permette una forma di liberazione nei confronti di un tempo condizionato, convenzionale».

La direttrice della Biennale 2020 Marie Chouinard ha colto nel lavoro “sobrio ed esigente” di Castellucci, “folgorazioni delicate, pudiche, che riconducono all’origine della creazione”. Danzano Sissj Bassani, Silvia Ciancimino, René Ramos, Francesca Siracusa, Pier Paolo Zimmermann.

Info: 0547 25566

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