Il 2021/2022 è stato un biennio favorevole dal punto di vista turistico, con arrivi e presenze in aumento rispetto al passato, ma la crescita del settore non si è tradotta in numeri positivi per il Museo Classis, dove la biglietteria ha registrato ricavi in calo. Nel 2021, ad esempio, l’incasso derivante dalla vendita dei biglietti in 238 giorni di apertura è stato di 97.087,74 euro, equivalenti a circa 408 euro di media giornaliera. Ma il dato peggiore è quello del 2022: nonostante i 51 giorni in più di apertura rispetto all’anno precedente, il numero dei biglietti di ingresso è ulteriormente precipitato, con un guadagno annuale di 64.946,50 euro (circa 225 al giorno). Insomma, ipotizzando per assurdo che tutti abbiano avuto accesso a Classis con un biglietto intero da 7 euro, si ragione nell’ottica di una trentina di visitatori al giorno.
E i risultati restano deludenti anche volendo aggiungere alle cifre inanellate dalla biglietteria nel 2022 i ricavi giunti dalla vendita di libri, cataloghi e accessori, oltre che dall’erogazione di servizi, guide, audioguide e didattica: in tal caso si arriva infatti a quota 83.178 euro, ben lontana da quei 215mila euro di ricavi diretti quantificati in una stima prudenziale nell’estate del 2018 dagli esperti dello studio Cles sull’impatto economico e sociale del museo. Museo che sarebbe stato aperto di lì a pochi mesi, dopo un investimento iniziale complessivo da oltre 20 milioni di euro, in gran parte arrivati da finanziamenti con contributi comunali, regionali, statali e europei.
Una parabola negativa che, come detto, eppure si è affermata in un contesto di forte crescita del turismo: i numeri del 2022, segnati anche dai numeri dei flussi delle crociere e più in generale dalla ripresa post-pandemica, mostrano rispetto al 2021 un aumento del 39% per le presenze e del 32% per gli arrivi. Eppure sembra che ben pochi di questi turisti abbiano deciso di fare tappa al Museo Classis: il totale dei visitatori paganti è infatti sceso del 12,5%.
Numeri impietosi quelli forniti ieri alla cittadinanza dal gruppo consiliare de La Pigna, che con Veronica Verlicchi va all’attacco della Fondazione Ravennantica e parla di «fallimento totale». La Pigna annuncia inoltre di avere fatto una specifica richiesta di accesso agli atti per entrare maggiormente nel dettaglio dei conti del museo: «Ravennantica – afferma Verlicchi – risponde di non essere in grado di produrre i costi di gestione relativi agli anni 2021 e 2022, così come il dettaglio dei costi del personale adibito al Museo Classis. È la dimostrazione – prosegue – dell’assenza di un efficace controllo di gestione che permetta di intervenire per tempo nel momento in cui i costi preventivati vengono abbondantemente superati». A detta de La Pigna, la perdita economica annuale di Classis ammonterebbe a 420mila euro: una cifra, conclude la capogruppo Verlicchi, «coperta dalla giunta con l’aumento della contribuzione annuale».
Cambio al vertice
Come noto ora la Fondazione, chiusa l’era di Sergio Fioravanti che aveva gestito la nascita del museo, ha solo da poche settimane cambiato direttore affidandosi a Francesca Masi. Un compito per la neo direttrice, visti i numeri ereditati dalla passata gestione, sicuramente in salita.