Ciclismo, Montaguti: "Nove Colli spettacolare, sul Barbotto si cantava Romagna e Sangiovese..." - Gallery

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Il forlivese Matteo Montaguti, che fino a due anni fa è stato uno dei gregari-tattici più apprezzati nel mondo del ciclismo professionistico, ieri ha riacceso i motori. Ed è stato uno dei trascinatori del Dream Team, che aveva il compito di portare almeno 4 atleti al traguardo entro le 4 ore per raddoppiare il contributo da dare in beneficenza. «Ci siamo riusciti, ma l’obiettivo è stato onestamente più difficile da raggiungere di quanto pensassi. Forse perché in salita abbiamo chiacchierato un po’ troppo: alla fine abbiamo dovuto tirare a tutta gli ultimi 40 chilometri».

Matteo, questa era la prima volta che affrontava la Nove Colli. Cosa si porta a casa?

«Pur vivendo in zona, non avevo mai affrontato i quattro colli della 130 chilometri tutti insieme. Credetemi, a parte le strade dissestate, è uno spettacolo vero. Sia per il percorso, con tutti questi mangia-e-bevi che non ti concedono momenti di relax, che per la bellezza del percorso».

L’angolo di percorso che le resterà in mente per sempre?

«La foto che ho in testa è l’arrivo al Barbotto, con i punti ristoro ai lati della strada ai quali purtroppo non mi sono potuto fermare, e con la gente che intonava Romagna e Sangiovese. Chi non conosce la nostra terra, lì ha potuto capire il calore e l’ospitalità dei romagnoli».

Lei ha smesso la carriera da un paio d’anni e ora viaggia più in auto che in bici...

«Sì, in bici quest’anno avrò fatto tremila chilometri. In auto molti di più: dopo l’esperienza alla Rcs, da febbraio di quest’ano faccio l’agente per Manifattura Valcismon, che ha i marchi Castelli e Sportful. Anche se pedalo meno, sono rimasto in ambito ciclistico».

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