Ciclismo, quel legame strettissimo tra l'iride e la Romagna

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IMOLA - La storia bussa ancora una volta alle porte di Imola. Tutto è pronto al circuito Enzo e Dino Ferrari per l’appuntamento inatteso e per questo ancora più bello, del secondo mondiale di ciclismo in terra di Romagna. Dopo 52 anni la rassegna iridata torna ad abbracciare Imola, nella speranza di scrivere un’importante pagina di sport così come fu nel 1968. Il mondiale imolese organizzato da Ceroni è una pietra miliare della storia del ciclismo azzurro, rimasto negli annali per la fuga infinita di Vittorio Adorni, che vinse l’iride con un vantaggio-record di quasi 10 minuti. Ma Imola non fu solo Adorni. Tra i Dilettanti dominò l’abruzzese Vittorio Marcelli e tra le donne arrivò il bronzo (prima medaglia azzurra in campo femminile) di Morena Tartagni, romagnola di Predappio. Fu un’edizione da record per gli azzurri e indubbiamente il massimo evento ciclistico mai organizzato nella storia della Romagna. Ma il prezioso legame tra la nostra terra e i Mondiali era iniziato qualche anno prima, nel 1955 a Frascati, con la medaglia d’argento conquistata da Lino Grassi da Cannuzzo di Cervia nella prova in linea Dilettanti in un podio tutto azzurro grazie all’oro di Sante Ranucci e al bronzo di Dino Bruni. Due anni dopo fu ancora argento e a conquistarlo fu il bertinorese Arnaldo Pambianco nella prova Dilettanti a Waregen (Belgio). Il futuro vincitore del Giro d’Italia 1961 si rese protagonista di una prova straordinaria e fu battuto solo dal tradimento del compagno Pizzoglio e da una moto che trascinò al successo il fiammingo Luis Proost. L’anno dopo, ecco il giorno più importante nel rapporto tra Romagna e Mondiale: il 31 agosto 1958 a Reims, in Francia, va in onda la fuga più importante di Ercole Baldini con il “Treno di Forlì” che saluta la compagnia e trionfa con 2 minuti sul francese Louison Bobet e quasi 4 minuti sull’altro transalpino Darrigade. La maglia iridata di Baldini è il punto più alto dei ciclisti romagnoli, ma non mancano altre medaglie: nel 1963 Pasquale Fabbri da Galeata conquista l’argento nella cronosquadre a Ronse (Belgio), mentre nel 1965 è l’imolese Battista Monti a centrare il bronzo tra i Dilettanti nei Mondiali baschi di Lasarte-Oria. A Imola 1968 esplose il talento di Morena Tartagni, cresciuta ciclisticamente in Lombardia ma predappiese di nascita, che conquistò il bronzo e salì ancora sul podio, due volte d’argento, a Leicester nel 1970 e a Mendrisio nel 1971. Morena Tartagni fu l’apripista del ciclismo femminile che esplose negli Anni ’80 con le medaglie conquistate dal quartetto azzurro a cronometro che vinse l’oro a Renaix nel 1988, l’argento a Chambery nel 1989 e il bronzo a Villach nel 1987. Locomotiva di quel quartetto la forlivese Monica Bandini, che 3 anni riempì la propria collezione di metalli mondiali. L’ultima medaglia, la più recente e viva nei ricordi, fu vinta nel 1995 a Duitama (Colombia) da Marco Pantani, 3° dietro gli spagnoli Olano e Indurain in una giornata epica e indimenticabile per i tifosi del Pirata.

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