Ciclismo, positivi 15 poliziotti della scorta del Giro E

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CESENATICO - La notizia è stata confermata questa mattina a Cesenatico, ma circolava già da un paio di giorni all'interno della carovana del Giro d'Italia. Quindici dei 18 poliziotti motociclisti della scorta del Giro E sono risultati positivi al Covid. Gli agenti facevano parte del gruppo assegnato alla corsa che si sta svolgendo parallelamente al Giro d’Italia, con aspetti logistici e organizzativi distinti dai professionisti. Sono tutti asintomatici e, da lunedì, in isolamento in un albergo di Francavilla a Mare sotto il controllo della Asl di Chieti, in quanto i tamponi li avevano effettuali in Abruzzo lunedì, nel giorno di riposo. I ciclisti professionisti non hanno avuto alcun contatto con loro, però questa mattina a Cesenatico, come riportato da quibicisport.it, il belga Thomas De Gendt ha dichiarato come la Lotto Soudal non volesse prendere il via alla tappa: «Siamo molto preoccupati - le parole di De Gendt - e se devo essere sincero, la mia testa non è molto concentrata sulla tappa dopo la notizia dei poliziotti contagiati. Questo Giro sta andando nella direzione sbagliata. Io e tutti i miei compagni di squadra abbiamo discusso se partire o meno perché cominciamo a sentirci insicuri. Ci sono stati più di 10 casi e ieri ho sentito diversi corridori tossire. È la stagione del raffreddore, è vero, ma alla fine non riesci a concentrarti su altro. Io sono uno di quelli che preferirebbe non partire. Se mi sento insicuro? Certo: la corsa sta andando nella direzione sbagliata. Non è tanto per me, ma anche per la mia famiglia. Non voglio contagiare nessuno. Se aspetti la tua squadra, Rcs o il governo, sarà troppo tardi. Al momento io non ho coraggio per dire che non partirò, ma presto sarà così. Al Tour eravamo molto più al sicuro. Non mi sono mai sentito in pericolo lì in nessun momento. Ma ho la sensazione che l’organizzazione stia nascondendo le cose. Ci sono molti soldi in gioco e per gli sponsor è molto importante che arriviamo a Milano. Aspettano che il governo prenda una decisione e quelle decisioni di solito arrivano quando ormai è troppo tardi».

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