Ciclismo, Mondiali 2020: oggi Imola incorona il suo re

Archivio

IMOLA - La maglia iridata aspetta il suo nuovo padrone. Il giorno tanto atteso è arrivato e il Mondiale di Imola si conclude con l’assegnazione del titolo più importante, quello della prova in linea uomini. In palio l’oro e quella maglia colorata d’arcobaleno che profuma tanto di Romagna: nel blu c’è il trionfo di Reims di Baldini del 1958, nel rosso le medaglie femminili della Tartagni e della Bandini, nel nero la vittoria di Adorni a Imola nel 1968, nel giallo il bronzo di Pantani di Duitama e nel verde l’argento di Pambianco del 1957. E allora godiamoci fortemente questo mondiale che ci è caduto addosso all’improvviso come l’ultimo numero vincente di una tombola. Respiriamolo fino all’ultima curva dell’autodromo, fino all’ultimo metro di salita della Gallisterna, fino ad aspettare con ansia l’ultimo ciclista all’arrivo. Perché probabilmente non capiterà mai più o, forse, si dovrà aspettare altri 52 anni.

Il favorito

La crono di venerdì ha ribadito, qualora ce ne fosse stato bisogno, che Wout Van Aert non è affatto stanco e neppure sazio. Dopo aver conquistato Strade Bianche, Milano-Sanremo e due tappe al Tour in meno di due mesi, è arrivato l’argento mondiale a cronometro con il fenomeno belga si è dichiarato «molto deluso per la sconfitta». Un atteggiamento da cannibale che denota una sola cosa: l’ex campione del mondo di ciclocross è a Imola per vincere e non è disposto ad accettare nessun altro risultato. D’altra parte in salita non si stacca ed in volata è difficilmente battibile. E, come si è visto venerdì, anche sul passo non scherza.

L’antagonista

L’avversario al belga in questa stagione è il francese Julian Alaphilippe. Il transalpino fu anche capace di staccare Van Aert nelle fasi conclusive del Poggio, ma fu poi raggiunto in discesa e perse allo sprint quella che sarebbe stata la sua seconda Milano-Sanremo consecutiva. Alaphilippe ha preso schiaffi anche al Tour dove, pur avendo vinto una tappa e indossato la maglia gialla, ha fallito clamorosamente l’assalto alla classifica generale. Per lui il Mondiale sarebbe la rivincita perfetta in una stagione fino ad oggi deludente.

I rivali

Premessa: il 2020 è la stagione più anomala nella storia del ciclismo e il mondiale organizzato in 20 giorni ne è la dimostrazione perfetta. Questo ha mescolato la carte in gioco e dietro al duo Van Aert-Alaphilippe ci sono tantissimi atleti che potrebbero ambire al bottino grosso. In particolare gli atleti reduci dal Tour con in testa, ovviamente, il vincitore della maglia gialla Tadej Pogacar e con il rivale e compagno di squadra nella Slovenia Primoz Roglic, che potrebbe sfruttare il marcamento del connazionale. Tra i reduci del Tour meritano una nomina gli ex campioni del mondo Michal Kwiatkowski (Polonia) e Alejandro Valverde (Spagna) e soprattutto lo svizzero Marc Hirschi che ha sfoggiato una condizione invidiabile. Dovrebbero essere un gradino sotto gli atleti che hanno disertato la Grande Boucle come Jakob Fuglsand (Danimarca), Michael Woods (Canada) e Max Schachmann (Germania).

L’Italia

La nazionale azzurra è una buona squadra con al comando un fuoriclasse. Davide Cassani ha, di fatto, portato il mondiale a Imola e del percorso (che ha disegnato) conosce ogni singolo metro. Anche l’oro di Ganna può avere dato quel pizzico di serenità in più che potrebbe rivelarsi decisiva nella gestione della corsa. Vincenzo Nibali è un fuoriclasse e ci ha messo giustamente la faccia fin dal primo momento. Ma l’Italia ha tanti uomini interessanti e potrebbe giocare di rimessa con atleti come Diego Ulissi, Damiano Caruso e Andrea Bagioli. Ma il vero jolly è il toscano Alberto Bettiol che al Tour si è sempre nascosto, ma che è pur sempre l’ultimo vincitore del Giro delle Fiandre. Prima di lui l’ultimo trionfatore italiano nella classica dei muri fu Alessandro Ballan che l’anno successivo vinse il campionato del mondo in Italia a Varese. Vale la pena aggrapparsi alle coincidenze e tifare fortissimamente Italia davanti alla televisione o, i romagnoli che possono farlo, sul circuito iridato.

Selleri si aspetta15mila spettatorilungo il percorso

«Ci aspettiamo 15mila persone fra Mazzolano e Gallisterna per la gara maschile». Parole e musica di Marco Selleri, direttore generale di Imola 2020, e i fatti sembrano dargli ragione, perché già da ieri sera centinaia e centinaia di tifosi si erano accampati con tende e mezzi vari lungo le due salite ravennati. Meno successo, al momento, sembra aver riscosso la vendita degli oltre 2.200 biglietti disponibili per le tribune dell’Autodromo, forse complici i prezzi (112 euro per i due giorni). Infine il meteo: le ultime previsioni degli esperti locali danno per sicuri rovesci a partire dal primo pomeriggio, che aumenteranno d’intensità con il passare delle ore. Insomma l’ultimo giro, e non solo, del Mondiale sarà sott’acqua. r.r.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui