Ciclismo, Egan Bernal dalla Romagna al trionfo al Tour

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Nel trionfo di Egan Bernal al Tour de France 2019 c’è una parte di Romagna. Una cultura che batte nel cuore del colombiano che a soli 22 anni ha vinto la sua prima Grande Boucle, anche grazie all’educazione ciclistica apportatagli da Pino Buda e la sua Androni Sidermec. Bernal è nato il 13 gennaio, un giorno che tutti gli appassionati romagnoli non possono dimenticare visto che è la data di nascita di Marco Pantani.
Un predestinato? Probabilmente sì, ma la certezza è che il successo del classe '97 è ossigeno puro per il ciclismo mondiale che vede in lui un prossimo idolo.


Nonostante la giovane età, Bernal è a tutti gli effetti un corridore fatto e finito, ma in passato c’è stato qualcuno che l’ha saputo cullare e rendere l’atleta straordinario che è oggi. Ecco dunque che interviene la Romagna in quella che può essere definita “educazione ciclistica”. Il personaggio è, manco a chiederlo, Pino Buda, presidente della Androni Giocattoli Sidermec squadra in cui ha militato nel 2016 e 2017 il trionfatore del Tour de France.
Proprio dal Patron della squadra prima di tutte ha scommesso su di lui quando ancora aveva 19 anni, parte l’elogio con parole mielate che a tratti nascondono la straordinaria umanità di Egan Bernal. «È uno dei ragazzi più puliti che abbia mai incontrato - dice Buda - noi abbiamo avuto la fortuna di poterlo coccolare per due anni, ma sono bastati per farci capire l’unicità del talento. Per questo credo proprio che questo successo sia stato solo un primo passo verso un futuro che non può che essere roseo. Vincendo una corsa come il Tour de France a 22 anni può scomodare sua maestà Eddy Merckx».


Un Egan Bernal giovanissimo aveva partecipato alla “Due per Bene” di Longiano, una cronoscalata a coppie. Sempre sulle strade romagnole, ma questa volta in una competizione ufficiale, alla Settimana Internazionale Coppi e Bartali aveva dato spettacolo mostrando tutte le sue grandi qualità.
«Sì, quando venne nel 2017 alla Coppi e Bartali staccò tutta la concorrenza sul Barbotto - continua emozionato Buda - Poi, sulla discesa successiva prima dell’arrivo a Sogliano, cadde e dovette attendere l’ammiraglia più indietro, un vero peccato visto che era pronto al successo di tappa. All’arrivo mi disse: “peccato, ma ci riproverò sicuramente”. Da allora in Romagna, però, è venuto solo in ritiro perché ama questo posto e anche per questo motivo possiamo sognare di vederlo all’opera nel prossimo “Memorial Pantani” dove la sua formazione, il Team Ineos, è già iscritta».

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