Ciclismo, Anniballi: un azzurro che riempie d'orgoglio

Alla fine la missione Roubaix si è conclusa con un ritiro. Ma per Lorenzo Anniballi, juniores della Sidermec Vitali, resterà indelebile la convocazione in nazionale che gli ha permesso di disputare in maglia azzurra la Parigi-Roubaix, classica monumento del ciclismo. «Al di là del ritiro – spiega il riccionese – resta il ricordo di un’esperienza incredibile. Posso dire che dalla televisione di casa mi ero fatto un altro tipo di idea e immaginavo che il pavé fosse difficile da interpretare ma comunque affrontabile. E invece è qualcosa di tostissimo, la fatica è paragonabile ad una salita rapidissima e non oso immaginare come possa essere affrontare la corsa con la pioggia come successo l’anno scorso». La gara di Anniballi è durata circa 70 chilometri. «Il ritmo imposto dai belgi era semplicemente spaventoso, ma nei primi tratti sono comunque riuscito a mantenermi nelle prime posizioni. Poi, non ho ancora capito il perché, dopo circa 30 chilometri ho iniziato ad avvertire dolori allo stomaco che si tramutavano in fitte alla schiena nei tratti di pavé. Pedalare in quelle condizioni era praticamente impossibile anche perché, sul pavé, più si va piano e più si è esposti alle sollecitazioni sulle pietre».
La prima esperienza in azzurro su strada è archiviata, ma per Anniballi la stagione è ancora lunghissima. «L’obiettivo principale sono gli Europei e i Mondiali su pista e poi c’è il sogno di disputare la gara iridata su strada che si disputerà in Australia su un circuito che dovrebbe adattarsi alle mie caratteristiche, non essendo particolarmente duro». Ma l’obiettivo prossimo è imminente: «Domenica a Roma ci sarà il “Gran Premio della Liberazione” e non nascondo che vado per vincere».