Cibo a casa, è boom del delivery: ma i rifiuti dove si buttano?

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A causa della pandemia di Covid-19 è “boom” dei servizi di delivery. Dunque, niente più pasti fuori casa, ma è lo stesso pasto a venire a casa. Ma qui sorge il problema: come smaltire i contenitori che arrivano grazie alle consegne dei rider? A rispondere a questa domanda ci ha pensato Just Eat, uno dei maggiori player del settore, che ha creato una guida con tanto di immagini per cercare di spiegare, in modo chiaro, dove buttare cosa. Attenzione, però: i suggerimenti valgono in modo generico e dunque vanno sempre confrontati con il servizio locale di raccolta dei rifiuti. Veniamo a uno dei prodotti più gettonati: il cartone della pizza. Se pulito (cosa rara, a dir il vero) va nella carta, ma se sporco (perché magari dell’olio o del pomodoro sono finiti sul cartone), va nell’indifferenziato. Il contenitore dell’hamburger, invece, può essere realizzato in due modi: o è in bagassa (e quindi va nell’umido) o è in polistirolo. In quest’ultimo caso, se è unto o poco sporco va nella plastica e se è molto sporco e con residui va nell’indifferenziato. Altrettanto vale per le vaschette per il sushi, fatte in pet: se è pulita va nella plastica e se è molto sporca, con grossi residui impossibili da togliere vanno nell’indifferenziato. Passiamo alle vaschette (come quelle del gelato) fatte in polistirolo: se sono pulite vanno nella plastica. I contenitori in bagassa, quel materiale realizzato a partire dalle canne da zucchero, e che compongono vaschette e piatti, se pulite vanno nella carta e se sporche vanno nell’umido. Se invece la scelta passa sulle zuppe di ramen, tipiche della cucina giapponese, potrebbe esservi servita con un contenitore in Pla, che va nell’umido. E le vaschette delle patatine fritte o delle olive ascolane, che hanno quella sorta di film argentato all’interno? Quello è un prodotto multimateriale: fuori è cartoncino e dentro è polietilene: va nell’indifferenziato. Per gli amanti della linea e delle verdure, la scelta può ricadere invece su un’insalata: se il contenitore è Pet, unto o poco sporco va nella plastica. Se è molto sporco e con residui va nell’indifferenziato. Se il contenitore invece è in Pla, va nell’umido. E le bacchette cinesi? Se sono di legno vanno nell’umido e se di materiale plastico vanno nell’indifferenziato. Gli scontrini sono di carta termica: con il calore, infatti, l’inchiostro svanisce. Dunque, vanno nell’indifferenziato. E se con le patatine o l’insalata si scelgono salse o condimenti, le bustine che le contengono, se usate per intero vanno nella plastica e se sporche e con residui vanno nell’indifferenziato. Secondo l’Osservatorio Just Eat, il 74% degli italiani ha già un’attenzione particolare per la sostenibilità, evitando gli sprechi quando ordina online e riflettendo sulle porzioni di cibo. Basti pensare che, su un campione di 12.000 clienti, il 44% degli intervistati afferma di non avanzare quasi mai cibo, il 35% mai. Tutti dati che mettono in luce un comportamento sempre più responsabile e sostenibile e che, tuttavia, mostra qualche perplessità soprattutto in termini di raccolta differenziata.

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