Ciacci e "La tassonomica dei mirabili"

Cultura

Esce oggi il nuovo libro dell’autore riminese Alessandro Ciacci dal titolo “La tassonomica dei mirabili” per la casa editrice Aras di Fano che per l’occasione realizzerà alle 12 sulla pagina Facebook una presentazione ufficiale online. Il lavoro comprende una serie di sedici racconti di genere squisitamente letterario tra narrativa fantastica (sono nell’aria il Borges della Storia universale dell’infamia e il Bolaño della Letteratura nazista in America) e quella saggistica dal sapore arcaico e barocco, nello spirito di Athanasius Kircher.

Ciacci, chi sono i “mirabili” che vengono tratteggiati tra le pagine?

«Nel titolo riprendo il concetto medievale di “mirabilia”, un qualcosa cioè fuori dall’ordinario che desta stupore, anzi meraviglia, in questo caso la mia, che mi ha portato a voler raccontare le varie storie – racconta l’autore –. Questo è il filo conduttore che unisce le vite surreali, bizzarre, improbabili dei personaggi nati dalla mia immaginazione (tra gli altri, l’erede di una dinastia di macellai alle prese con Buffalo Bill, un’istrice moribonda, e via dicendo). Accanto all’invenzione dei contenuti resta però un rigore scientifico nella forma, che deve molto al genere del saggio, del trattato, soprattutto quello di stampo ottocentesco. La narrativa sperimentale è quella che mi ha sempre interessato maggiormente in letteratura, sia da lettore che da autore e qui mi sono divertito a mettere in pratica le mie personali teorie».

Il suo precedente libro, “Sweet Lilly Suite”, era stato concepito e scritto come una drammaturgia teatrale. Anche questi racconti potrebbero essere messi in scena?

«L’altro libro era una commedia, (peraltro se l’emergenza sanitaria non si fosse abbattuta sulle nostre sorti, avrebbe dovuto debuttare proprio in questo periodo, in collaborazione col Mulino di Amleto, che ha deciso di farne una produzione da me diretta) dunque un testo drammatico scritto per divertire e affidato ad attori, questo invece è narrativa tout court, sono racconti scritti con differenti finalità. Un aspetto che potrebbe unire i due lavori è la componente orale, credo che “La tassonomica” si possa gustare meglio se letta a voce alta. Considerando la mia formazione da attore non escludo che possano finire sul palco sotto forma di allestimento scenico».

Sono racconti comici?

«Indubbiamente emerge la mia vena più umoristica, la stessa da cui attingo per i monologhi di stand-up. Non mi considero un comico, ma un autore. Ho delle idee, alcune delle quali si prestano per diventare monologhi comici, altre per essere elaborate in forma di racconti o romanzi. Proprio per questa mia vocazione, credo che “La tassonomica dei mirabili” sia il progetto che meglio mi traduce e rappresenta tra tutti quelli che ho fatto finora».

Classe 1989, Ciacci è autore, drammaturgo, attore e regista teatrale e dal 2017 si esibisce professionalmente come comedian: tra gli altri progetti, ha fatto parte del cast artistico dei programmi tv “Ccn”, “Stand- up comedy”, entrambi in onda su Comedy Central, e “Italian stand-up” di Zelig.

Come ha scritto lo sceneggiatore Paolo Cananzi: «Dentro Ciacci ci sono i Monty Python, Woody, Noel Coward. E non parlo solo della scrittura, dello stile. Dico che Alessandro Ciacci pare immaginato da Campanile, scritto da Marchesi e fatto agire da Flaiano».

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