Chiringuito a Rimini: “Ballano in migliaia, sono diventate disco”

«Sì al ballo in spiaggia, stop alla concorrenza sleale con l’alcol che scorre a fiumi, anche per i minorenni». Non si spegne l’eco suscitata dall’interrogazione che Gloria Lisi ha avanzato nel consiglio comunale di giovedì scorso. L’ex vicesindaca nonché capogruppo della lista “Lisi per Rimini” ha chiesto di sdoganare una realtà che caratterizza già molti chiringuito: l’intrattenimento serale dalle 18 alle 23 con danze in costume e infradito per godersi la spiaggia sotto le stelle. L’idea è rimbalzata contro il muro di gomma delle norme che regolano queste attività nel rispetto della sicurezza di base.

Spensieratezza post Covid

Dopo la pandemia è sempre più forte la voglia di divertirsi all’aria aperta e molti operatori sembrano favorevoli all’opzione di Lisi. Scatenarsi in pareo, magari dopo qualche cocktail, sarebbe la nuova frontiera del relax post Covid. Ma non tutti sono entusiasti a prescindere, c’è chi preferisce concentrarsi sul “qui e ora”. Si sfila dalla bagarre il presidente di Confartigianato imprese demaniali e della Coop bagnini, Mauro Vanni, invitando a piantare meglio i paletti per far rispettare le regole. «In alcuni punti di Rimini sud – esordisce – si balla in migliaia dalle 16 del pomeriggio sino a notte fonda. Soprattutto la domenica ed è solo la punta dell’iceberg, perché numeri simili sono impossibili da gestire ovunque e per chiunque».

Figli e figliastri

Le note dolenti «sono la vendita di alcolici anche a minorenni e la mancanza di spazi adeguati». Da qui la richiesta «di rispettare le normative chiudendo i chiringuito verso le 21-21.30 massimo per lasciar spazio ad altri locali». E affonda il dito nella piaga della concorrenza sleale: «Dal porto in giù i chiringuito di Rimini sud sono diventati discoteche a cielo aperto, peccato che non rispettino i dettami imposti ai veri templi del divertimento». Quanto al chiringuito, sottolinea ancora Vanni, ha la sua ragion d’essere «come eccellenza di una proposta qualitativa della spiaggiai». Ovvero: «Bere un drink in riva al mare ascoltando la musica è un’esperienza unica. Che non va rovinata per inseguire i fatturati».

Calamita per villeggianti

Apre al confronto per trovare la quadra il presidente del Consorzio marina riminese, Fabrizio Pagliarani. «Una città come Rimini – dice – non può restare in panchina ma deve giocarsi questa carta, coinvolgendo i giovani dai 20 ai quarant’anni, che rappresentano una fetta essenziale del turismo». Benvenga quindi un volano per intercettare presenze, «seppur nel rispetto di regole ben precise». Non è invece d’accordo sulla proposta ventilata da alcuni operatori per differenziare il target a seconda dello stabilimento. E rovesciando la prospettiva, nota che «solo una sana concorrenza alzerà il livello generale dei servizi. Star svegli tutta la notte girando sino all’alba è insito nella tradizione romagnola», ricorda. Al netto di ciò che gravita attorno al movida notturna, dalle baby gang alle droghe, «non possiamo esimerci dal ragionare su una soluzione che potrebbe richiamare i ragazzi che migrano verso altri lidi, dalla Spagna alla Grecia».

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