Chicche dantesche e rarità a Longiano

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“Le pagine di Dante. Chicche dantesche della donazione Angelucci” è in mostra fino al 31 dicembre alla Fondazione Tito Balestra del Castello Malatestiano di Longiano, a cura di Carlo Pulsoni e Flaminio Balestra. La mostra è arricchita anche da alcuni prestiti della Biblioteca Classense di Ravenna e della Biblioteca longianese “Lelio Pasolini”.

Longiano ha un forte legame con Dante Alighieri. Una targa posta all’ingresso della corte del Castello ricorda i versi del canto XIV del Purgatorio riferiti a «Federigo Tignoso e sua brigata», nobile longianese che nel 1199 guidò i suoi concittadini a giurare fedeltà alla città di Rimini.

Oltre a questo, nel 2019 la Fondazione Tito Balestra ha ricevuto una importante donazione da parte del collezionista cesenate Giuseppe Angelucci, che troverà nei prossimi mesi una collocazione permanente all’interno delle sale espositive.

Carlo Pulsoni è docente di Filologia romanza all’Università di Perugia. Ha curato le mostre perugine per il Centenario dantesco: “Dante a Porta Sole” , “Dante nella biblioteca di Aldo Capitini”, “Charun demonio e l’immaginario mitologico dantesco”.

Pulsoni, quali rarità è possibile ammirare nelle sezioni dedicate a “Dante in Romagna” e alle traduzioni della “Divina Commedia” in lingua romagnola?

«Nella mostra è presente una importante sezione dedicata alle traduzioni della “Commedia” in lingua romagnola, realizzata grazie alla collaborazione dell’istituto Friedrich Schürr e dello studioso Giuseppe Bellosi. Mi riferisco, per esempio, al volume “Saggi di traduzione della Divina Commedia in dialetto romagnolo” di Francesco Talanti, uscito nei primi anni Trenta, e dello stesso autore la prima edizione de “Il Canto dei dappoco della Divina Commedia in dialetto romagnolo”, apparsa nel 1938. Ci tengo inoltre a rilevare che tra le opere prestate dalla biblioteca storica “Lelio Pasolini” di Longiano, merita di essere menzionata “La Divina Commedia di Dante Alighieri nell’intelligenza di tutti”, pubblicata nel 1859 qui in Romagna, nella fattispecie a Cesena dalla Tipografia Costantino Bisavia».

Quali sono i motivi di interesse della sezione dedicata a “Dante per immagini”, dagli illustratori dell’Ottocento al “novel style” di Cochrane?

«In questa sezione abbiamo voluto creare una sorta di excursus dal passato fino al contemporaneo: a partire dai disegni di Botticelli fino all’artista americano George Cochrane, di cui sono presenti i bozzetti originali, passando per Michelangelo, William Blake, Gustave Doré, Ulisse Ribustini, Alberto Martini, Seymour Chwast e Go Nagai. La Divina Commedia ha ispirato e continua fortunatamente a ispirare artisti di tutto il mondo».

Quali “chicche dantesche” il pubblico può ammirare della donazione Angelucci?

«Tra le tante rarità di questa preziosa donazione, mi limito a citare l’edizione della Divina Commedia uscita a Venezia nel 1545; la copia anastatica della “princeps” folignate del poema dantesco, pubblicata nel 1911; il volume di Corrado Ricci “L’ultimo rifugio di Dante Alighieri”, edito a Milano da Hoepli nel 1891; il programma delle celebrazioni dantesche tenutesi a Firenze nel 1865. Un cenno a parte merita un rarissimo menabò di incisioni realizzate dall’artista pratese Luigi Nuti su disegno di Giovanni Flaxman, databile ai primi decenni dell’Ottocento».

La mostra è visitabile tutti i giorni, escluso il lunedì, con orario 10-12 e 15-19.

Info e prenotazioni: 0547 665850

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