"Che gioia fare il Babbo Natale di Bellaria da 38 anni: dopo il Covid si riparte"

«Le renne scalpitano, ansiose di volare a Bellaria dopo i limiti imposti dal Covid l’anno scorso». A segnalarlo il 65enne Gino Vandi che 42 anni fa ha fondato con gli amici l’evento Il Natale bussa alla tua porta. «I bimbi bellariesi – spiega – potranno scrivere la letterina natalizia imbucandola dall’8 al 19 dicembre nella cassetta della gelateria Faro vera centrale operativa degli elfi». I genitori invece «potranno chiederci di consegnare i regali ai figli e la risposta giunta dal Polo nord sarà allegata al pacco corrispondente». Per ogni dono è prevista una quota di 3 euro: il ricavato «sarà devoluto per un’adozione a distanza in Bangladesh (Comunità Papa Giovanni XXIII) e l’acquisto di materiale per le scuole». Le consegne? «Avverranno il 24 dicembre – puntualizza Gino che da 38 anni indossa la casacca rossa bordata di bianco – quando passeremo di casa in casa». «Siamo una ventina – aggiunge Serena, 32enne figlia di Vandi, ricercatrice ad Oxford – alle 15 un gruppo si dirigerà verso il centro, l’altro alla Cagnona con trenino, risciò e Golf car». «Inoltre raccoglieremo presso la gelateria alimenti a lunga scadenza per i bisognosi il 21 e 22 dicembre (ore 16-20) e il 23 (15-18)». La distribuzione sarà effettuata dagli assistenti sociali, chiarisce, «noi seguiamo una lista anonima che indica solo il numero dei membri per famiglia ed esigenze per comporre i pacchi al meglio». Ma «da certi anziani – confessa Gino - vado io per rispettare chi fatica a chiedere anche se ha il frigo con le ragnatele». Intanto ad una manciata di giorni dalla nuova avventura, non nasconde l’emozione. «Avverto in giro una gran voglia di Natale, - sottolinea – giorno che peraltro coincide col mio compleanno». Tant’è che può dire di esser Babbo Natalino senza mentire, perché è il suo secondo nome. Ormai si reca dalla sua seconda generazione di bellariesi, ricordando ogni desiderio, commosso da chi desidera solo che la mamma smetta di fumare. Nel frattempo cerca di preparare giovani, per passare un giorno il testimone ma «le nuove generazioni, conclude, non sono entusiaste delle feste come un tempo». .

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