Cgil: "Sblocco licenziamenti, lavoratori a rischio anche a Forlì"

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«È indispensabile e urgente che il Governo definisca una riforma degli ammortizzatori sociali universali, a tutela di tutti i lavoratori, e che vengano azzerati i contatori della cassa integrazione». C’è apprensione nelle parole di Maria Giorgini, segretaria generale di Cgil Forlì, preoccupata per gli scenari che potrebbero delinearsi con la riapertura delle porte di fabbriche e aziende a poche settimane dallo stop al blocco dei licenziamenti e alla fine delle 13 settimane di cassa Covid aggiuntiva. Titubanze sulla tenuta occupazionale nei prossimi mesi sono condivise anche dagli altri segretari confederali, Vanis Treossi della Cisl ed Enrico Imolesi della Uil. A preoccupare, tuttavia, non è solo il mantenimento dei livelli occupazionali attuali, ma anche la possibilità di creare posti di lavoro per il futuro, a garanzia di una ripartenza che non sia solo «un fuoco di paglia – dicono i sindacalisti – ma un fenomeno capace di consolidarsi e garantire lo sviluppo del Paese».

In scadenza

Fissato al 31 ottobre, il termine dello sblocco dei licenziamenti per le piccole medie imprese alimenta la preoccupazione di Cgil, che lo vede in abbinamento allo scadere delle 13 settimane di Cassa Covid aggiuntiva, «quella varata dal Governo il 30 giugno, dopo il protocollo anti licenziamenti sottoscritto dalle organizzazioni sindacali, che nel nostro territorio ha salvato centinaia di posti di lavoro», ricorda Giorgini. La misura, infatti, «ha attutito le ripercussioni negative della pandemia grazie agli ammortizzatori». A ottobre tuttavia, la cassa Covid aggiuntiva terminerà, e a distanza di un mese le aziende potranno tornare a licenziare. «Non siamo in grado oggi di indicare quanti lavoratori effettivamente rischiano di perdere il proprio posto di lavoro» chiarisce la segretaria della Cgil. Per quantificare, infatti, «è necessario entrare in possesso dei dati aggiornati sul ricorso agli ammortizzatori sociali, un elemento indispensabile per valutare in termini concreti la ricaduta in termini occupazionali». In assenza di cifre puntuali, ciò che emerge con evidenza è quindi l’urgenza «della riforma degli ammortizzatori sociali e l’azzeramento dei contatori della cassa integrazione: se così non fosse, per molte aziende le ore a disposizione sono già terminate». «Se questo non succederà – ammonisce Giorgini – non ci saranno protocolli che potranno arginare i licenziamenti. Serve un intervento del Governo, come promesso».

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