Spiagge e concessioni: la Corte europea decide il 20 aprile

Acque sempre agitate sul fronte delle concessioni balneari. Sabato scorso un sito web pugliese ha diffuso una notizia che ha letteralmente destabilizzato la categoria: «Sui balneari l’arbitro europeo ha già deciso. La Corte di giustizia europea dà ragione al governo Meloni e ai concessionari dando torto alla Commissione Europea e al Consiglio di Stato a guida Draghi». Tradotto: le concessioni non devono più passare dalle forche caudine della direttiva Bolkestein, tutto può rimanere com’era in passato. Il diritto dei bagnini italiani di gestire le spiagge che oggi hanno in concessione resta garantito. Niente bandi entro la fine del 2023. Un’esclusiva che però viene bollata dagli stessi bagnini – attraverso Mondo balneare organo ufficiale della categoria – come una notizia priva di fondamento. «La Corte di giustizia europea – scrive Mondo balneare – non ha ancora deciso nulla sulla questione delle concessioni balneari. Il giudice di Lussemburgo si pronuncerà solamente il 20 aprile e non esiste nessuna anticipazione ufficiale sull’orientamento della sentenza che è stata richiesta lo scorso maggio dal Tar di Lecce in merito a nove importanti quesiti sull’applicabilità della direttiva europea Bolkestein sulle concessioni balneari». Entrando nel merito l’articolo contestato si basa «sulle dichiarazioni dell’avvocato Vincenzo De Michele che sono state profondamente travisate». Nello specifico il legale analizzava una recente sentenza della Corte Ue emessa il 16 marzo scorso, riguardante però le concessioni per le attività di gioco d’azzardo e scommesse. «L’avvocato De Michele – affermano i balneari – sostiene che in tale pronuncia, la Corte di giustizia europea avrebbe dato indirettamente ragione ai concessionari demaniali marittimi e al governo italiano sulla proroga a tempo indeterminato delle concessioni, ma purtroppo non è affatto così». La sentenza del 16 marzo è infatti riferita a un altro settore, e anche se per alcuni aspetti le due questioni sono assimilabili, le imprese balneari restano purtroppo ancora molto lontane dalla salvezza».