Riforma delle spiagge: tutele per i bagnini e ombrelloni meno cari

Cesenatico

La rivoluzione delle spiagge sta per essere servita. Lo ha deciso il consiglio dei ministri con la riforma delle concessioni balneari che avrà due “gambe”: con un emendamento al ddl concorrenza sarà fissata la fine della proroga per le concessioni attuali al 31 dicembre 2023, mentre una legge delega definirà i principi che il governo dovrà rispettare. L’esecutivo entro sei mesi è quindi delegato ad adottare «uno o più decreti legislativi volti a riordinare e semplificare la disciplina in materia di concessioni demaniali marittime». Arriva lo stop definitivo al regime di proroga per la gestione di lettini e ombrelloni sulle spiagge, come stabilito dalla sentenza del Consiglio di Stato del 20 ottobre scorso. Dal primo gennaio 2024 le concessioni balneari saranno messe a gara. Come? Prevedendo investimenti per migliorare la qualità dei servizi – la condizione per ottenere la concessione - e interventi ad hoc contro il «caro-ombrelloni», con prezzi più equi. La norma, varata dal Consiglio dei ministri, prevede anche misure «paracadute» per i proprietari di piccoli lidi balneari e per chi ha mutui da sostenere per investimenti fatti di recente. I bagnini romagnoli l’hanno presa benino: denunciano di sentirsi relativamente tutelati, temendo comunque di andare incontro alla perdita della concessione, e anche sul fronte dei prezzi sono convinti di praticare già tariffe molto vantaggiose per il cliente. Tranciante il senatore del M5s Marco Croatti eletto a Rimini: «Mai abbiamo creduto che lo Stato dovesse disperdere know how ed esperienze positive - ma poi aggiunge -. Non era però neanche pensabile fare dell’imprenditore balneare una sorta di lavoro ereditario». La riunione del consiglio dei ministri era stata inizialmente sospesa per la richiesta dei partiti di valutare la bozza della riforma delle concessioni balneari insieme alle richieste di ulteriori integrazioni e precisazioni avanzate dal ministero del turismo. Cosa chiede? Tutela degli investimenti fatti e di chi deve il suo reddito prevalentemente dalla gestione di uno stabilimento balneare. Cosa succede ora? Ci sarà una proroga fino alla fine del 2023 e partiranno le gare per le nuove assegnazioni a partire dal 2024.

Chi vive di spiaggia

Tra i criteri da considerare nella definizione di una disciplina uniforme delle procedure selettive di affidamento delle concessioni balneari - come è indicato nella bozza di emendamento del governo per la delega con il riordino del settore sul tavolo del Consiglio dei ministri - c’è «la posizione dei soggetti che, nei cinque anni antecedenti l’avvio della procedura selettiva, hanno utilizzato la concessione quale prevalente fonte di reddito per sé e per il proprio nucleo familiare, nei limiti definiti anche tenendo conto della titolarità, alla data di avvio della procedura selettiva, in via diretta o indiretta, di altra concessione o di altre di attività d’impresa o di tipo professionale». Nei bandi di gara per le nuove concessioni balneari uno dei requisiti sarà quello di garantire a tutti l’accesso al mare. Una disposizione già prevista per legge ma oggetto di violazioni e abusi. Tra le regole per le gare andrà quindi prevista «la costante presenza di varchi per il libero e gratuito accesso e transito».

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