Nuovo velox a Cesenatico tra sicurezza e critiche

Da venerdì 26 maggio è in funzione il nuovo autovelox lungo la statale Adriatica. Uno strumento richiesto e sollecitato da anni per moderare la velocità degli automezzi che corrono lungo la statale 16, proprio fuori del centro urbano. È stato collocato sul sovrappasso all’ingresso principale di Cesenatico per chi proviene da Cesena: a ridosso di un rettilineo di alcuni chilometri che negli ultimi anni è stato teatro di incidenti particolarmente gravi e mortali.
Impatti causati talvolta anche da manovre “spericolare” degli automobilisti in entrata e in uscita dai centri centri commerciali presenti ai margini della statale.
L’autovelox, posizionato poco dopo la discesa del sovrappasso della statale con via Cesenatico, in direzione Cervia, non ha mancato di suscitare subito critiche e mugugni per via della facilità con la quale le auto in discesa del cavalcavia si beccherebbero le multe. Il tratto è a 50 orari. Inoltre i questi primi giorni di utilizzo viene lamentato anche un effetto inatteso. A ridosso dello stesso, non conoscendone il collocamento appena varato, in tanti (anche mezzi pesanti) dopo averne visto la segnaletica si impegnano in frenate improvvise. Che avrebbero già rischiato più volte di creare incidenti.
Iter annoso
L’assessore Mauro Gasperini ha seguito da vicino tutto l’iter che ha portato all’installazione e all’accensione dell’autovelox sulla SS 16: sia in questo mandato ma anche in quello precedente, in cui da vicesindaco aveva sempre la delega alla viabilità e alla Polizia locale.Conferma che il tratto di Adriatica, in cui è stato montato il velox, è un punto dove gli incidenti che avvengono spesso e sono sempre con gravi conseguenze.
Due morti in 24 incidenti
«Negli ultimi 5 anni quel tratto di statale è stato teatro in totale di ben 24 sinistri stradali con 2 incidenti mortali. Questi dati ci restituiscono la pericolosità della zona di cui stiamo parlando. Purtroppo gli automobilisti nonostante la linea continua continuano a svoltare a sinistra per raggiungere le attività commerciali».Prima dell’autovelox si era partiti con la richiesta d’installare dei new jersey... «Abbiamo provato a mettere in pratica questo tipo di soluzione ma le norme del codice della strada lo vietano perché la carreggiata non è abbastanza larga. Ne abbiamo discusso a lungo con Anas - che ha la competenza su questo tratto - e Prefettura».
In discesa
Perché la scelta di posizionare l’autovelox proprio in quel punto, sotto l’uscita del cavalcavia quando le auto subiscono un’accelerazione? «Il tratto interessato dal rilevamento della velocità è stato individuato dalla Prefettura dopo la specifica relazione tecnica della Polizia Stradale. - risponde nel dettaglio Gasperini - Sono state rispettate le norme del Codice della strada, le leggi speciali in materia di circolazione stradale e le relative direttive Ministeriali che prevedono, tra l’altro, che tra il segnale indicante il limite velocità imposto e il punto di rilevamento vi sia almeno un chilometro di distanza, e che in tale tratto non vi siano immissioni da raccordi o strade aventi limite di velocità diverso».Tuttavia c’è chi sostiene che gli autovelox non possano essere collocati in un tratto di strada in discesa... «Questa norma è era stata inserita all’interno della riforma degli autovelox ed è stata presa in esame dal Ministero dei Trasporti e dal Ministero degli Interni nel 2019 ma non è mai stata approvata in via definitiva dunque stiamo parlando solo di un’ipotesi che poi non è più stata ripresa nel tempo».
Cosa risponde alle persone che sostengono che il velox sa stato installato solo per fare cassa?
«Vorrei intanto chiarire che il limite dei 50km/h era già presente su quel tratto e il mancato rispetto di questa norma è stata causa di molti incidenti. Ci rendiamo conto che un autovelox sia uno strumento che scontenta, ma crediamo che quando si governa si debbano fare delle scelte anche superficialmente impopolari: lavoriamo da anni con Anas e Prefettura per provare a mettere in sicurezza quel tratto di strada e questa attualmente era la soluzione praticabile che rispettasse tutte le norme. Interventi strutturali non erano possibili e non sarebbe stato moralmente accettabile aspettare i prossimi incidenti senza fare nulla».