Fermo pesca finito, a Cesenatico barche già in mare

Cesenatico

CESENATICO. Trascorsa la mezzanotte, ieri si è ultimato il periodo di fermo obbligatorio di pesca. Un minuto dopo un carosello di pescherecci, mollati gli ormeggi, in fila indiana, hanno ripreso nella notte la via del mare, fuori dal porto per il ritorno a pesca.

Stop di 42 giorni

Conclusa un’inattività durata 42 giorni, dal 30 luglio al 9 settembre, si è ricominciato a gettare le reti in mare. Frattanto al ceto peschereccio, consumata l’attesa, non rimane che verificare direttamente a bordo, quanto pesce il mare contenga e riserverà loro ancora nelle prossime settimane. In quella che a tutti gli effetti rappresenta una nuova stagione di pesca. Tanto e vero che quella autunnale da sempre riserva le maggiori soddisfazioni per numero e varietà di specie e, soprattutto, per quantitativi sbarcati. Cosicché i mercati ittici regionali da Porto Garibaldi a Cesenatico a Rimini, torneranno a riempirsi di pesce novello a rifornire la filiera ittica che passa dal pescatore, al grossista, al pescivendolo, al ristoratore sino al consumatore finale.

Decreto e novità

Un arresto dell’attività di pesca disciplinato per decreto, lo scorso luglio, dal ministero dell’Agricoltura, delle risorse Alimentari Forestali (che da qualche mese ingloba anche Turismo) e durato appunto per 42 giorni. Stabilito per la pesca a strascico “divergenti”, pelagica a coppia “a volante”, gabbie-rapidi e sfogliare in tutto l’alto e una parte del medio Adriatico. In un’area di mare e per le marinerie che andava da Triste ad Ancona. Erano esclusi dal fermo pesca la pesca con strumenti fissi: reti da posta, nasse, cogolli, parangali (le vongolare che osservano una diversa regolamentazione). Il decreto ministeriale ha recepito le indicazione venute dalle marinerie e delle regioni, di suddividere, di scaglionare cioè in date diverse il periodo la vigenza del fermo.

Mercato nazionale

Questa ripartizione ha consentito una più razionale distribuzione del pescato nazionale, tanto più in concomitanza di una stagione, quella estiva e balneare nella quale è più alta e la richiesta di prodotto nostrano e nazionale. E ora, conclusosi il fermo e con una ripresa scaglionata della pesca, evitare di ingolfare i mercati ittici di un surplus prodotto (con rischio di doverlo sprecare e commercializzare sottocosto) e di mantenere allineati i prezzi del pesce, consentendo redditi più alti.

Ed infatti da San Benedetto del Tronto a Termoli negli Abruzzi il fermo di pesca tuttora vigente è incominciato il 13 agosto e si concluderà al 23 di settembre. Mentre nelle Puglie, da Manfredonia a Bari lo stop obbligatorio della pesca è partito solo il 27 agosto per concludersi il 7 di ottobre. Per quanto riguarda il Mare Ionio e basso Tirreno, da Brindisi a Roma, il fermo pesca sarà di 30 giorni: dal 10 settembre al 9 di ottobre, mentre per l’altro Tirreno e il Mar Ligure, da Civitavecchia a Imperia occorrerà aspettare 1° ottobre per durare fino al 30 dello stesso mese. In Sicilia e Sardegna, l’interruzione temporanea obbligatori dalla pesca, è stabilita dalle due regioni sempre per un tempo di almeno 30 giorni consecutivi.

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