In vacanza con figlia a Cesenatico, arrestato per tentato omicidio

CESENATICO. In vacanza con la figlioletta al mare “scopre” di dovere scontare una condanna a 10 anni di carcere inflittagli in Albania per tentato omicidio. Viene arrestato dalla polizia in esecuzione di una richiesta di estradizione. Aveva ferito in Albania un familiare, in un regolamento di conti per questioni di eredità.

Tratto in arresto nell’albergo dove soggiornava dalla polizia di Cesenatico, si trova ora in carcere a Forlì in attesa che la Corte d'appello di Bologna valuti e decida la richiesta di estradizione chiesta dal suo Paese. È quanto avvenuto nell'ambito dei controlli della polizia negli alberghi, riguardo alle persone alloggiate e alla regolare tenuta della schedine di notifica delle presenze ai fini di pubblica sicurezza.

Così come aveva fatto nei giorni scorsi in altre due strutture riconducibili a una stessa gestione, la polizia del presidio estivo ha passato in rassegna il “registro” della presenze e la ricettività di un nuovo hotel a Valverde. Tutto in ordine per quanto riguarda i clienti alloggiati, tutti correttamente registrati e collaborazione piena da parte del titolare della struttura alberghiera. Tanto che si scopre la presenza del nome di un ricercato. Meta Sehi, 37 anni, albanese, sposato, padre di una bambina, residente a Varese, dove svolge il lavoro di artigiano edile. Si trova in vacanza a Cesenatico con la figlia.

Un lavoratore irreprensibile se non fosse per quella condanna, inflittagli nell'ottobre del 2016 dal tribunale di Diber dove è stato condannato a 10 anni per tentato omicidio. Sul 38enne, da tanti anni residente in Italia dove ha famiglia e lavoro, pendeva un mandato di arresto ai fini di estradizione, proprio a causa di quella condanna da scontare in Albania per le lesioni personali aggravate, procurate a un familiare dall'artigiano “infilzato” con un’arma da taglio; sembrerebbe a conclusione di una lite per motivi di eredità. L'arrestato è in attesa della decisione della Corte d'appello di Bologna, che si pronunci in ordine alla richiesta di estradizione.

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