Cesenatico, l’attacco della UIl: «Gli unici a beneficiare dei Cau sono i medici di medicina generale»

Turisti e residenti in fila che aspettano di essere visitati. È questa la scena ricorrente che ha caratterizzato la prima estate del Cau di Cesenatico, frutto di una riorganizzazione che la Uil non condivide: «Gli unici a beneficiarne sono i medici di medicina generale».

Il centro di assistenza urgenza (Cau) a Cesenatico, all’ospedale Marconi, ha preso il posto, dalla scorsa primavera, del precedente punto di primo intervento (Ppi). Lo scopo della nascita dei Cau è fare da filtro, di selezionare le vere urgenze, così da evitare di intasare i pronto soccorso come quello del Bufalini di Cesena, riservando l’accesso a quest’ultimo ai soli casi di una certa gravità.

Il segretario Uil comprensoriale Paolo Manzelli mette in evidenza quel che si è venuto a creare a Cesenatico, terzo comune della provincia di Forlì-Cesena e uno dei principali poli turistici della Riviera romagnola: «Sin dal primo momento abbiamo previsto quanto nei fatti sta prendendo corpo all’ex Ppi di Cesenatico ovvero un sovraccarico di attività dovuto alla sommarsi quest’unica struttura degli accessi di un punto di primo intervento cui si aggiungono quelli di un Cau e quelli della ex guardia medica turistica che ormai esiste solo a San Mauro Mare. La bontà della scelta di trasformare i punti di primo intervento in Cau è quindi, al di là dei numeri, ancora tutta da dimostrare. I Cau e la loro effettiva capacità di decongestionare i pronto soccorso è bene diventino argomento all’ordine del giorno dei candidati alla presidenza della nostra Regione».

Nove milioni di euro di fondi da Pnrr, a tanto ammonta la spesa per la riorganizzazione dei servizi sanitari, il potenziamento di alcune specialità medico diagnostiche, la realizzazione della casa della salute al Marconi. «Consideriamo tuttavia che se da un lato vi sarà, a regime e nei fatti, solo uno spostamento dei servizi oggi erogati in Largo San Giacomo, e al di là degli investimenti strutturali che vedranno l’ampliamento del Marconi, l’ospedale ha già visto la perdita del punto di primo intervento, che per un comune a vocazione turistica come Cesenatico si traduce, ad avviso della Uil di Cesena, in un grossolano errore della direzione aziendale della Ausl, che ha incentrato la riorganizzazione dell’emergenza urgenza con tagli tanto alle auto mediche quanto a presidi strategici per il nostro territorio».

Stando però ai numeri di accesso al Cau di Cesenatico, queste nuove strutture sembra funzionino: «Il beneficio di questi nuovi centri sta andando a tutto vantaggio dei medici di medicina generale - ribatte Manzelli -. L’utenza che si rivolge ai Cau ha infatti ben compreso che piuttosto che aspettare giorni o settimane per una visita dal proprio medico curante può tranquillamente recarsi al Cau e avere una visita in giornata e il non pagamento del ticket per le prestazioni rese. Questo fa sì che i medici di base si vedano ridurre gli accessi e mantenere lo status quo quando al contrario dovrebbero essere i primi a garantire una decompressione degli accessi ai Pronto soccorso ed ex Ppi». «Il vero problema su cui l’Ausl omette sempre di puntare il riflettore nel presentare i dati del presunto successo dei Cau – aggiunge Manzelli - è, a nostro avviso, proprio il fatto che i veri benefici di questa riorganizzazione non la ottengano i pronto soccorso bensì i medici di base e medici della continuità assistenziale. Piaccia o non piaccia - ribadisce Manzelli - se non si darà una vera risposta ripensando il ruolo dei medici di medicina generale, che potrebbero sensibilmente contribuire a una riduzione di accessi al pronto soccorso, si rischierà di andare nella direzione di un ulteriore indebolimento della sanità pubblica, con l’alibi di riorganizzazioni. Bisogna continuare a garantire l’esistenza dei Punti di Primo Intervento, tanto più in località strategiche come quella di Cesenatico». «Bisogna far sì che i medici di base intensifichino la loro attività – conclude - e non creare dei centri di emergenza col limitatore di velocità che rendono ancora più inutili strutture H12 che oggi non garantiscono alcun supporto alla causa dei pronto soccorso».

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