Famiglia con 6 minori sfrattata: tensioni a Ponente di Cesenatico

Mattinata ad alta tensione a Ponente per l’esecuzione di uno sfratto. Da una parte la famiglia affittuaria che, all’arrivo dell’esecutore e dei carabinieri, era in casa con 6 minorenni, tra figli e nipoti. Dall’altra la proprietà dell’appartamento che ha necessità di rientrare in possesso della casa perché deve essere riallestita per uno dei propri figli. «Hanno allontanato questa famiglia affittuaria senza rispettare le procedure che il codice civile prevede. Una situazione che per me non finisce affatto qui e che avrà strascichi anche di differente natura». Ad affrontare la questione è, l’avvocato Marco Bosco, che tutela la famiglia affittuaria e che, a fronte dell’imminenza dello sfratto, è stato convocato d’urgenza sul posto dai suoi clienti. Non era la prima volta che si tentava di dare esecutività a questo sfratto. Ma a quanto pare per chi viveva in quell’abitazione di via Sciesa a Ponente c’era ancora bisogno di tempo. «Quattro settimane per liberare l’immobile e ripulirlo come si deve era la nostra richiesta - spiega l’avvocato - Anche perché adesso che questa famiglia è stata allontanata di qui e senza questi tempi tecnici, ci sono sei bambini che dovranno andare in una casa che non ha neppure l’acqua corrente. Il codice di procedura civile all’articolo 610 prevede a tema esecuzioni immobiliari che un tempo di sospensione si possa concedere per motivi simili anche a fronte solo di una telefonata. Si chiama il cancelliere del tribunale e oralmente si riporta l’istanza al giudice. Una manovra che non è stata fatta. Mentre questi bambini dovranno andare a stare in un posto dove non c’è nemmeno l’acqua, questa casa resterà chiusa a lungo. Quando invece poteva restare dimora dei sei minori ancora per qualche settimana. Per me non finisce qui - chiosa l’avvocato - Di certo farò effettuare delle indagini e vedremo quando l’immobile verrà riaperto. Se proprio dunque queste 4 settimane non erano concedibili». Una mattinata in cui la tensione è salita al punto che sarebbero volati anche degli insulti dalla proprietà dell’immobile all’indirizzo dell’avvocato che difende la famiglia degli sfrattati. «Un altro fattore che prolungherà questa vicenda - rimarca l’avvocato Bosco - Ho infatti intenzione di citare la proprietaria della casa. Il reato di ingiurie è stato abrogato penalmente. Ma questo non mi impedirà di presentare un’istanza per chiedere di essere risarcito per le parole che sono state spese. Insulti che per me possono valere un risarcimento di 20 mila euro. Che una volta ottenuto donerò alla tutela dei sei minorenni che abitavano in questa casa. Fino all’ultimo centesimo».

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