Ciclismo, a Cesenatico è arrivato il trofeo del Tour de France

Cesenatico
  • 17 aprile 2024

Sale l'attesa a Cesenatico per la Grande Boucle e a poco più di due mesi dalla tappa Cesenatico-Bologna, la città si illumina con il trofeo del Tour de France esposto ufficialmente e a disposizione di cittadini e turisti. Da oggi fino a mercoledì 24 aprile sarà possibile vedere presso l’Ufficio IAT del Palazzo del Turismo “Primo Grassi” in viale Roma 112, il Una versione particolare del Trofeo che è stata creata nel 2013, in occasione della centesima edizione del Tour de France, con l’obiettivo di celebrare il passaggio di consegna dal paese ospitante dell’edizione conclusa a quello del successivo anno.
Un’occasione per entrare nell’atmosfera della gara più attesa che vedrà protagonista un territorio in cui il ciclismo ha radice profonde. L’Ufficio IAT Cesenatico sarà aperto tutti i giorni in orario continuato 8.30-18.30.

La presentazione de “Il Giallo del Tour”

Il giornalista sportivo Beppe Conti presenterà il suo libro “Il Giallo del Tour”, edizione Minerva, venerdì 26 aprile ore 17 nella sala conferenze del Museo della Marineria con ingresso gratuito.

Trionfi e tragedie, le imprese storiche, i retroscena, segreti, misteri e misfatti dei leggendari protagonisti del Tour de France, la corsa più importante del mondo, dal 1903 ai giorni nostri. Il primo vincitore era valdostano, Maurice Garin, uno spazzacamino che rinnegò l’Italia per la Francia. Un secolo fa il primo vincitore italiano, Ottavio Bottecchia, nel 1924 e nel ’25. Poi nel ’27 la sua morte misteriosa sulle strade friulane.

Il Tour entrò nella leggenda nel 1930 quando gli organizzatori crearono le squadre nazionali, una formula che esaltò le imprese e i trionfi di Coppi e Bartali in maglia tricolore diretti da Alfredo Binda. Il fascismo impedì a Bartali di vincere nel ’37. La verità sulla telefonata a Bartali nei giorni dell’attentato a Togliatti nel luglio ’48. La vera storia del passaggio della borraccia fra Gino e Fausto. I misteri e il giallo del ritiro della nostra nazionale nel ’50 mentre stava dominando il campo.

L’impresa di Nencini e la tragedia di Rivière finito nel burrone per seguire il campione toscano in discesa. I duelli incandescenti fra Anquetil e Poulidor, la morte di Simpson sul Ventoux, il trionfo inatteso e magico di Gimondi. Le imprese folli di Merckx e le nostre sconfitte. L’irresistibile Hinault, Chiappucci e Bugno battuti da Indurain, stranamente favorito dalle lunghe crono. La tragedia di Casartelli scendendo dai Pirenei. La leggenda di Pantani, che salvò il Tour dagli intrighi del doping, ultimo campione ad aggiudicarsi nella stessa estate prima il Giro e poi la corsa a tappe francese. Le frodi di Armstrong, l’arrivo dei britannici. L’ultimo nostro grande trionfo con Vincenzo Nibali, sino ai duelli fra Pogacar e Vingegaard.

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