Cesenatico, vive in tenda nel parco. L’appello: «Voglio una vita normale»

Appello di un quarantenne salernitano dipendente Ccils “costretto” ad abitare in una tenda di fortuna all’interno il parco pubblico “Del Pettirosso” nel quartiere di Madonnina: «Risiedo a Cesenatico da anni ma vivo in una tenda, da tempo invoco un alloggi popolare, dal Comune nessun risultato». L’uomo vive da più di due mesi in una tenda di fortuna, accampato alla bell’e meglio nel parco dietro la sede della “Nuova Famiglia”. Ha una storia difficile dietro di sé, è originario di Scafati e da 20 anni a Cesenatico, ha provato ricominciare. Un lavoro ce l’ha, è regolarmente assunto alla Cooperativa sociale Ccils di Cesenatico e Bellaria ma il suo problema è la casa che a lui manca e non trova.
Dagli uffici comunali, malgrado i moduli compilati, la risposta, riferisce, è la stessa: «Ci spiace, ma nelle graduatorie degli alloggi popolari c’è chi ha più bisogno di lei». E allora, dopo tanti rifiuti e porte chiuse, il dipendente Ccils ha deciso di abitare in una tenda durante l’estate: «Ho acquistato una tenda e mi sono accampato nel parco dietro alla palestra My Place - racconta - ma la scorsa settimana, durante l’ultimo temporale poi, un fulmine è addirittura caduto a mezzo metro dalla mia tenda, aprendo in due un albero che avevo accanto».
I suoi problemi, per la verità, partono da lontano quando, nel 2003, perde la mamma. Poi il suo matrimonio va a pezzi e si ritrova sulla strada: «Ho una figlia di 17 anni che sta con sua madre - spiega - avrei tanta voglia di vederla, di passare del tempo con lei ma, senza una casa, è tutto complicato. Il Giudice ha disposto due incontri alla settimana, ma non posso certo ospitarla in una tenda...». In quegli anni provato dalla precarietà l’uomo ha vissuto momenti difficili, ha commesso qualche sciocchezza e ha sperimentato, sulla sua pelle, anche l’esperienza dolorosa del carcere: «Ma oggi ho scontato la mia pena - dice - chiedo solo di vivere una vita normale. Ho subito cercato un alloggio ma, nonostante le mie ostinate richieste, i servizi sociali del Comune, a parte qualche sistemazione di fortuna, in tutti questi anni non sono mai riusciti a garantirmi un alloggio stabile. Chiedo solo di tornare a vivere una vita normale. Quando arriverà l’autunno e poi l’inverno non vorrei ritrovarmi a vivere in un parco sotto una tenda. Dopo tante promesse desidererei finalmente un tetto sotto il quale vivere».