Le staffette partigiane di Cesenatico adesso hanno 11 nomi e 10 volti. Nell’ambito delle iniziative per il 25 Aprile, la sala conferenze del Museo della marineria è stata riempita da tanti cittadini incuriositi dalla presentazione del libro “Donne della Resistenza”, voluto dall’Udi. Attraverso i racconti dei parenti, si è andati in cerca delle figure e delle storie delle staffette partigiane di Cesenatico che operarono dal settembre del 1943 fino al passaggio del fronte, nel duro inverno del 1944. Alcune furono torturate, altre inviate nei campi di sterminio nazisti. Miro Flamigni, vicepresidente dell’Istituto storico della Resistenza di Forlì-Cesena, ha parlato dell’attività partigiana nel Cesenate e degli eccidi commessi dai nazifascisti. Roberta Mira, storica dell’Università di Bologna, si è soffermata sul ruolo delle donne nella Resistenza.
Sfatate due false credenze
Flamigni ha fatto notare che ancora nelle elezioni 1926, contrassegnati dalle violenze e intimidazioni del regime, con Mussolini saldamente a capo del governo, nel territorio romagnolo c’erano diversi comuni come Cesenatico, che allora contava 12.000 abitanti, che non erano caduti in mano ai fascisti e dove i maggiori consensi andavano ai repubblicani e comunisti. Ha poi aggiunto che, dopo l’armistizio dell’8 settembre, fino l’inverno del 1944, le camice nere al servizio dei nazisti, organizzate in zona da Guido Garaffoni, erano tra le più spietate d’Italia. Mira ha evidenziato che l’impegno delle donne, anche non in armi, nella lotta di liberazione ha rappresentato una tappa nell’emancipazione della donna all’interno delle organizzazioni resistenziali. Talvolta erano lontane dallo stereotipo che le vuole nelle file della Resistenza solo in quanto mogli, sorelle, madri e amiche degli uomini partigiani: per molte la lotta era una libera scelta consapevole di «fare quello che andava fatto», anche senza avere legami familiari e affettivi. «Un atto di coraggio nelle ore più dure e drammatiche», ricordava il compianto Giampietro Lippi, già presidente dell’Anpi di Cervia.
La ricerca e il libro
Dietro il libro “Donne della resistenza. Cesenatico 1943-1945, Storia di staffette partigiane”, curato da Carla Belletti, Fiorella Casali, Pascale Buda e Antonella Armuzzi, c’è una ricerca storica documentale d'archivio e testimoniale, che ha avuto il merito di portare alla luce le vicende di 11 donne cesenaticensi coraggiose che si impegnarono a combattere i nazifascisti senza impugnare direttamente le armi. Significativa la dedica alla memoria di Lidia Ciani, dell’Udi, che nel 2018 diede vita al seminario e alle voci ai ricordi.
Le 11 donne antifasciste
Alla presenza del sindaco Matteo Gozzoli e di diversi familiari, durante l’incontro è stato tracciato un breve profilo di ognuna di queste donne, delle quali è stata recuperata la storia per riconsegnarla alla memoria cittadina. Sono Pia Battistini, Pia Buratti, Iris Casadio, Wally Cortesi, Maria Fantini, Teresina Farnedi, Domenica Foschi, Maria Imolesi, Carla Sintoni, Ida Paganelli (infermiera all’ospedale di Cervia) e Delfina Ravaglia (l’unica di cui non se ne è conservato il volto). In chiusura, è stata riproposta la lettura dell’intervento della maestra Liliana Battistini, prima della quattro donne con la maestra Marta Berti a essere eletta nel consiglio comunale uscito dal voto dell’aprile del 1946, dopo avere riconquistato la libertà.