Cesenatico, spiagge a gara: proroga al 2024, ai bagnini non basta
Rinnovo delle concessioni balneari: disco verde al Senato per il “ddl” concorrenza che passa dopo i mal di pancia dei giorni scorsi. Le novità: rispetto alla scadenza di fine 2023 viene concesso un anno in più per organizzare le gare, mentre la quantificazione degli indennizzi previsti per il concessionario uscente viene demandata al governo. Il Senato ha approvato il ddl sulla concorrenza strettamente legato al Pnrr: 180 favorevoli, 26 contrari e un astenuto. Il premier Mario Draghi nei giorni scorsi aveva ipotizzato il ricorso alla fiducia con tutte le possibili ripercussioni sulla durata del governo. Uno dei punti salienti del “ddl” era quello relativo al rinnovo delle concessioni balneari, portatore sano di polemiche. Per farla breve: l’Europa vieta il rinnovo automatico ed entro il 31 dicembre 2023 la spiaggia viene assegnata tramite una gara pubblica. Il termine del 2023 è stato ribadito da una sentenza del Consiglio di Stato. Molte parole sono state spese sui cosiddetti “indennizzi” (una sorta di avviamento di impresa) che il concessionario in arrivo deve versare a chi lascia. L’Anci inoltre ha più volte evidenziato l’impossibilità da parte dei Comuni di organizzare così tante gare pubbliche entro la fine del prossimo anno. Le concessioni balneari devono essere rinnovate entro il 31 dicembre 2023 tramite gare pubbliche. Il ddl approvato al Senato, però, apre la porta alla deroga di un anno (quindi fino al 31 dicembre 2024) qualora le amministrazioni comunali non riuscissero a organizzare tutto entro fine 2023. L’articolo 3 del ddl recita: “continuano ad avere efficacia fino a 31 dicembre 2023” tutta una serie di concessioni, comprese quelle demaniali marittime. La ciambella di salvataggio è offerta dal comma 3: “In presenza di ragioni oggettive che impediscano la conclusione della procedura selettiva antro il 31 dicembre 2023, connesse, a titolo esemplificativo, alla pendenza di un contenzioso o a difficoltà oggettive legate all’espletamento della procedura, l’autorità competente, con atto motivato, può differire il termine di scadenza delle concessioni per il tempo strettamente necessario alla conclusione della procedura e, comunque, non oltre il 31 dicembre 2024” e quindi “fino a tale data l’occupazione dell’area demaniale da parte del concessionario uscente è legittima”. Altro tema spinoso, gli indennizzi destinati al concessionario uscente. I malumori in maggioranza sono stati sanati grazie a una “non decisione” e nel ddl è stato scelto di rinviare la definizione (come e quanto) affidando la materia al governo con i decreti delegati. Unica certezza: gli indennizzi per i concessionari uscenti sono previsti.
I bagnini erano e restano «molto delusi» perquesti ultimi sviluppi di una logorante partita che va avanti da tanti anni e che rischia di riservare altri colpi di scena. A partire dalpericolo che «i Comuni non siano in grado di preparare in tempi ristretti gare che sono complesse e differenti da caso a caso». Lo sottolinea Simone Battistoni, presidente della Cooperativa Bagnini di Cesenatico e del Sib regionale, nonché titolare del Bagno Milano, che lancia un avvertimento: «Rischiamo di danneggiare l’intero sistema turistico, perché dubito che un Comune come Cesenatico, solo per fare un esempio, sia in grado di gestire così in fretta i bandi per oltre 200 aree demaniali in concessione. Anche perché su molte spiagge non ci sono solo gli stabilimenti balneari, ma tante altre strutture, da circoli sportivi a negozi. Per non parlare dei possibili contenziosi. Ho paura che certi bagni finiranno per restare chiusi per una o due estati». Più in generale, il timoniere della Coop Bagnini vede un’ingiustizia di fondo in quanto è accaduto: «Ok la concorrenza e tutto quello che volete, ma resta innegabile un punto: i beni sopra le spiagge li abbiamo costruiti noi, e lo abbiamo fatto in forza di una legge dello Stato che stabiliva che fino al 2033 le concessioni sarebbero rimaste valide. Le concessioni riguardavano solo il suolo, ma poi su quelle strutture noi bagnini, che gestiamo aziende a tutti gli effetti, ci abbiamo investito tanti soldi». Infine, Battistoni è tranchant sul rinvio della definizione degli indennizzi: «Non è affatto un bel segnale, visto che una proposta c’era».