Cesenatico, ristoratori: "Tavoli e gazebo sul canale tutto l'anno" VIDEO

I ristoratori dell'associazione “A.Erre” tornano alla carica per le verande sul porto canale. Le vorrebbero impiantate in via definitiva e permanente anche per tutti i dodici mesi dell’anno. I pubblici esercizi possono tenere gazebo sul lato delle banchine del porto canale da inizio marzo fino ai primi giorni di novembre, quando si conclude la sagra del “Pesce fa festa”. Per i successivi quattro mesi invernali l’aspetto della gemma leonardesca torna ad essere quello caratteristico e nei periodi festivi e nei fine settimana diventa meta di migliaia di visitatori, attratti anche dalla proverbiale ristorazione marinara. L’amministrazione comunale sta ora lavorando per adottare un regolamento per dehor, sempre più diffusi lungo le aste del porto canale (oltre che in corso Garibaldi e via Moretti, più di recente anche in via Armellini e Giordano Bruno), in modo da preservare il passaggio, la visibilità, la sicurezza, l’accessibilità ai mezzi di soccorso e al tempo stesso consentire ai pubblici esercizi di posizionare gazebo, tavoli e sedie all'esterno dei locali, su suolo pubblico, per aumentare il numero di clienti. Nel frattempo, “A.Erre” lamenta che «a Cesenatico, nonostante ripetute richieste presentate nei vari incontri e per iscritto da Confcommercio e Confesercenti, gli spazi aggiuntivi esterni (che a seguito emergenza Covid in via straordinaria erano stati concessi, ndr) sono stati cancellati dalle sponde del porto canale da marzo 2022. Allo stesso tempo, l’amministrazione comunale ha modificato il regolamento che disciplina l’occupazione di suolo pubblico, vietando la contemporanea occupazione sulle aste del porto sia sul lato canale sia su quello dove sorgono i fabbricati, con motivazioni legate al passaggio dei mezzi di soccorso. A più riprese, abbiamo chiesto di rivalutare la situazione per non penalizzare le attività, analizzando singole posizioni e aree libere di passaggio, ma abbiamo ricevuto solo risposte negative». Monica Rossi, in veste di portavoce di “A.Erre”, ricorda che il governo ha «prorogato lo stato in essere delle strutture all’aperto fino alla fine del 2023», tenuto conto che, anche una volta superata l’emergenza Covid, il settore della ristorazione è in difficoltà per «l’aumento esponenziale dei prezzi di energia elettrica e gas». Perciò «la maggior parte dei Comuni italiani ha recepito le disposizioni nazionali, prorogando i termini per le estensioni delle occupazioni qualora non ancora scadute, oppure emanando specifiche deroghe. Invece - è la critica di Monica Rossi - in totale controtendenza, a Cesenatico ogni deroga è decaduta appena è stato possibile farlo. Si è così persa l’occasione di sostenere i ristoranti, già in forte difficoltà. In un paese come Cesenatico, che punta a destagionalizzare la propria offerta turistica e dove la ristorazione è un vanto della città, serve trovare un accordo che permetta a chi ha un’attività di poter accogliere i propri clienti e di lavorare anche nei mesi invernali, concedendo spazi più ampi e protetti». Anche perché, come ha fatto notare la Fipe Confcommercio, dopo la pandemia è cambiato il modo di vivere il turismo e concepire gli spazi aperti, con un’abitudine crescente a consumare bevande e cibo all’esterno anche in inverno.