Un rottame di seguito all’altro e via Tito Speri a Ponente, viottolo che dà accesso alla spiaggia lungo viale Colombo è diventata a poco a poco una discarica a cielo aperto. Ogni genere di rifiuti lasciati ammonticchiati e accatastati alla rifusa: sacchi di panni e abiti usati rovistati, vecchie valigie e borsoni sdruciti, contenitori di plastica, pannelli di mobili di truciolato divelti, e ancora stendipanni metallici fracassati, rifiuti e sacchi neri di plastica frammisti a ramaglie e tronchi. L’insieme abbandonato e addossato alla rinfusa alle recinzione ed entro le siepi di tamerici che le bordeggiano vecchie colonie fatiscenti e degradate. Talvolta lasciate “colpevolmente” scadere, così apparite ancora più diroccare, abbandonate, insicure più di quello che già sono.
Fatto sta che al degrado delle ex colonie di Ponente - quelle che si trovano ubicare allo stato di ruderi dall’incrocio di viale Cavour fino a quello di via Magellano (zona Atlantica)- si aggiunge lo scarico di rifiuti dei generi più disparati, a poche decine di passi dal mare, in una degli angoli ancora più verdi di Cesenatico. Tra i rifiuti anche un sacco sbrindellato contenenti indumenti biancheria, t-shirt ridotti a cenci, disseminati sopra cumuli di foglie secche. Si tratta probabilmente di materiale depredato, in cerca di capi ancora buoni da indossare, sottratti dai raccoglitori di abiti usati, installati nelle vicinanze dei centro abitati.
Tutto questo in prossimità di una zona, che invece è al centro di un ampio progetto di riqualificazione rilancio con l’impiego di milioni di risorse pubbliche per realizzare il nuovo Waterfront di Ponente.