Cesenatico, “respinto in discoteca per razzismo”. Il gestore: “Nessuna discriminazione”

Biglietto regolarmente acquistato e un’ora e mezza in fila per vedersi negato l’accesso. «Perché straniero» secondo quanto affermato dal ragazzo. «Nessuna discriminazione, tanto che dentro c’erano altri giovani di colore» la replica dal locale.

L’accusa

A segnalare l’accaduto è stato un giovane italiano di origini etiopi di 19 anni che alla madre e ai suoi avvocati ha riferito di essere stato vittima di un presunto episodio di razzismo che l’ha visto coinvolto nella notte tra il 22 e il 23 novembre all’esterno di una discoteca di Cesenatico. Il ragazzo, in compagnia di alcuni amici, aveva scelto di trascorrere la serata in quel locale per assistere a un concerto rap, ma raggiunto l’ingresso è stato respinto da un addetto alla sicurezza che - stando a quanto riportato dal 19enne - l’avrebbe fermato con la frase: “Qui gli stranieri non entrano”. Senza nemmeno chiedergli di esibire la carta di identità. A quel punto la discussione si sarebbe accesa, sul luogo sarebbe giunta anche la madre del ragazzo come i Carabinieri di Cesenatico che avrebbero espletato le consuete procedure di identificazione dei presenti. I rappresentanti dell’Arma hanno quindi ascoltato le singole testimonianze rilevando, come prevedibile, una discordanza fra le versioni. La madre del ragazzo si è rivolta ai legali di fiducia che hanno scelto, insieme agli assistiti, di rendere pubblico l’accaduto. Che intanto era già stato messo in circolo su diversi profili social. Fino a ieri non era pervenuta ancora alcuna denuncia formale, ma gli avvocati del ragazzo e della madre sarebbero intenzionati ad agire sia in sede civile che penale.

Il titolare: “Il razzismo nel mio locale non esiste”

Intanto il titolare del locale in questione ha voluto chiarire la sua posizione precisando che quella sera, all’interno della discoteca, era stata organizzata una serata dedicata a un target in età scolastica come di regola avviene ogni settimana. «Considerato che una buona parte dei clienti era composta da ragazzi minorenni - ha spiegato il proprietario -, gli addetti alla sicurezza oltre al controllo dei documenti e al filtraggio col metal detector, dovevano fare anche un lavoro di prevenzione. Pertanto, se si imbattono in personaggi che possono avere precedenti poco gradevoli da noi o in altri locali o che appaiono già alterati dall’alcol non vengono fatti entrare. È una questione di sicurezza nostra e dei tanti minorenni presenti quella sera nel locale. La selezione è fatta perché siamo consapevoli dei rischi». Il titolare non ha nascosto i suoi dubbi sulla discriminazione: «Nel mio locale non esiste. Tanto che quella sera all’interno c’erano molti ragazzi di colore. Le parole attribuite al buttafuori vanno verificate perché altrimenti non sarebbero entrati gli altri. Poi, se un addetto alla sicurezza sbaglia, e può succedere, è responsabilità solo dell’agenzia cui appartiene». Il titolare ha poi concluso facendo sapere che avrebbe già preso contatti con l’agenzia di sicurezza che si occupa del servizio e che nei prossimi giorni si incontreranno per chiarire quanto accaduto.

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