Cesenatico, «Paola Benini va assolta»

«In un processo come questo, completamente indiziario, gli elementi per condannare una persona a tanti anni di galera devono essere tali da andare ogni oltre ragionevole dubbio. E qui siamo lontanissimi da questo tipo di situazione».
Deve essere assolta Paola Benini dalle accuse di omicidio legate alla morte di suo zio Alfredo di 87 anni. Ed i motivi di questa assoluzione sono stati dettagliati punto per punto ieri dagli avvocati difensori della donna Flora Mattiello e Francesco Pisciotti. Che ieri hanno parlato per più di cinque ore al presidente Rossella Talia ed ai giudici popolari d’Assise, per cancellare qualsiasi dubbio sulla colpevolezza della propria assistita che potesse aver ingenerato la richiesta del giorno prima della Procura (condanna a 25 anni chiesta dal pm Sara Posa) e delle parti civili (Raffaele Pacifico e Simona Arrigoni che hanno chiesto 900 mia euro di risarcimento per i 6 assistiti, parenti della vittima).
Suggestioni e congetture non indizi che portano a Paola Benini come omicida. Questo il giudizio dei difensori della donna. In cambio di ipotesi la difesa ha portato quella che definisce una prova inamovibile: la testimonianza stessa della vittima. Alfredo Benini. Il quale, pur essendo ipovedente e ferito, nell’immediatezza dell’aggressione aveva indicato ai primi soccorritori di essere stato picchiato da più persone: almeno due e di sesso maschile.
Una dichiarazione fatta prima di perdere quel senso di lucidità cognitiva che è scemata poi nel tempo di ricovero. Una lucidità confermata in aula anche da parte dei primi carabinieri che intervennero, così come dal personale del 118 che aveva prestato il primo soccorso.
Noi si può per la difesa ignorare referti medici e testimonianze puntuali interpretandole in maniera diversa da ciò che sono.
Così i difensori, dopo aver ripercorso tutte le situazioni indiziarie che hanno portato alle accuse per Paola Benini, hanno chiesto per lei l’assoluzione con formula piena. Lasciando soltanto a subordinate “di seconda fascia” richieste diverse da questa: come l’assoluzione per il 2° comma (quella che nel vecchio codice era la “insufficienza di prove”), e qualora i giudici ritenessero comunque Paola Benini colpevole, di valutare per lei accuse di lesioni gravi o al massimo per omicidio preterintenzionale. Si tratta di una tipologia di omicidio che ha pene molto diverse e molto più basse da quelle chieste dalla Procura. Un’ipotesi che poggia sulla consapevolezza che, qualora qualcuno avesse deciso di colpire Alfredo Benini con l’intenzione volontaria di ucciderlo, avrebbe avuto gioco facile visto che si trattava di una persona vecchia e disabile.
Stamattina tutte le parti saranno di nuovo davanti ai giudici per replicare alle arringhe delle parti avverse. Poi la camera di consiglio. La decisione sul processo è attesa per metà pomeriggio.

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