Cesenatico Michele Ballerin e il libro con Roberto Benigni: “Un’Europa unita è la speranza per i problemi di oggi”

Cesenatico
  • 13 giugno 2025

“Il sogno. L’Europa s’è desta!”, il libro scritto da Roberto Benigni e dal cesenaticense Michele Ballerin, scrittore e sceneggiatore oltre che esponente del Movimento federalista europeo, con la collaborazione di Stefano Andreoli e pubblicato da Einaudi, sarà disponibile nelle librerie a partire dal 17 giugno. Presentato mercoledì 11 dallo stesso Benigni in prima serata da Bruno Vespa su Rai1 e venerdì nel programma “Propaganda Live” su La 7, contiene il testo del monologo andato in onda in diretta sulla Rai il 19 marzo scorso, con l’aggiunta di molto materiale inedito, che in quell’occasione era stato scartato per ragioni di palinsesto.

Da dove parte la scelta di scrivere questo libro a quattro mani?

«Questo libro nasce da una sollecitazione dell’editore Einaudi. Considerato il successo dello spettacolo andato in onda su Rai1 il 19 marzo scorso, e soprattutto l’importanza di fare chiarezza su un tema decisivo come quello dell’Europa di cui non si parla mai abbastanza e quasi mai nei termini giusti. Abbiamo pensato che riproporlo in libro fosse una buona idea. Oltretutto per recuperare molto materiale che per motivi di tempo avevamo dovuto escludere dal monologo televisivo: un terzo del testo è inedito».

Come è stato lavorare con un personaggio versatile e multiforme come Roberto Benigni?

«Piacevole, stimolante, coinvolgente, appagante... Un’intervista non può contenere tutti gli aggettivi che mi vengono in mente! Il Benigni privato ha tutte le qualità che si riconoscono al Benigni personaggio (simpatia, entusiasmo, intelligenza, passione) con, in più, un calore umano praticamente irresistibile, una curiosità e una capacità infantile di stupirsi che è davvero raro trovare in un adulto. E poi un’umiltà profonda, autentica, che si manifesta in un rispetto senza limiti per la cultura e in una grande apertura mentale».

Perché Benigni nella prefazione del libro parla di “romanzo dell’Europa”?

«Perché la storia dell’integrazione europea è un’avventura emozionante, piena di protagonisti formidabili, colpi di scena, passaggi drammatici e momenti esaltanti. Si potrebbe leggere sotto il proverbiale ombrellone estivo... Ma pochi lo sanno, il che è un peccato».

L’Europa come comunità di popoli pare non essere più amata, vicina e sentita come al tempo dei padri fondatori, sembra essere percepita più come “matrigna”. Condividi questa impressione?

«La maggioranza degli europei è ancora europeista, ma è vero che col passare del tempo sono aumentate le perplessità e le diffidenze. Io credo dipenda dal fatto che l’Unione europea è poco conosciuta. C’è poca informazione sull’argomento, e ancor meno formazione, mentre nel dibattito politico l’Europa è usata spesso in maniera strumentale, alimentando equivoci e notizie false, a volte costruite ad arte. Fare chiarezza sul tema è vitale, e questo libro nasce per provarci. L’Unione europea è la più grande risorsa politica ed economica di cui disponiamo. Sta a noi europei prendercene cura e farla funzionare al meglio».

In periodo dove sembrano prevalere disomogeneità, populismo, una tendenza al ritorno ai nazionalismi di fine Ottocento, ci sono spirargli per un’Europa come entità federale?

«Populismo e nazionalismo hanno una cosa in comune: non sanno proporre soluzioni concrete ai grandi problemi della politica. Un’Europa unita, viceversa, è l’unico strumento con cui possiamo sperare di affrontare quei problemi e risolverli. Oggi il mondo è terra di conquista per le grandi potenze, quasi tutte dittature. Se gli europei non si uniranno in una federazione potranno solo scegliersi un padrone. Personalmente io non vedo alternative all’unità che non siano il declino della democrazia, l’impoverimento economico e la perdita di autonomia politica».

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