Cesenatico, meno meduse urticanti in acqua ma proliferano le noci di mare

Poche meduse questa estate in mare, mentre ci sono state molte più “noci di mare”. Queste ultime sono esserini poco più grandi di un grosso chicco del tutto trasparenti e mollicci e stanno proliferando in un Adriatico che in fatto di suoi piccoli abitatori non smette mai di riservare sorprese.
Pochi dei nuotatori in acque alte, e ancora meno bagnanti sotto riva, hanno dovuto fare ricorso quest’anno a sommarie cure a base di pomate lenitive e antistaminiche o ad empirici rimedi fatti di impacchi di aceto rinfrescanti per lenire le dolorose punture da meduse. Questi celenterati gelatinosi sono armati di tentacoli, sotto forma di filamenti urticanti, che a contatto con la pelle del malcapitato provocano effetti davvero fastidiosi quanto indesiderati: gonfiori, bruciori, arrossamenti, minuscole vescicole sull’epidermide.
Le cubomeduse
A differenza delle estati degli anni passati, questa volta le meduse, almeno quello più urticanti, non si sono fatte un granché vedere, o per meglio dire “sentire”. In particolare, in pochi si sono lamentati della minuscola quanto temibile cubomedusa (Carybdea marsupialis), per via di quei quattro piccoli ma lunghi tentacoli filiformi, urticanti e fastidiosissimi. Distesi nell’acqua possono arrivare a misurare fino a 50 centimetri, rispetto ai 4-5 appena del corpo dal quale si dipartono. Diffusa in acque poco profonde e darsene, la cubomedusa è divenuta comune anche lungo le coste della Riviera romagnola a partire dagli anni Novanta. Più recente, si è manifestata con vere e proprie “invasioni” di sciami fluttuanti nella stagione calda, per poi rarefarsi nei mesi freddi.
Le altre meduse
Presente, ma anche questa più contenuta di numero, rispetto agli anni precedenti, pure l’elegante “medusa polmone”, o “polmone di mare”. È ben più grande della cubomedusa: il diametro dell’ombrello di forma semisferica può arrivare a misurare 50 centimetri per un metro d’altezza. Poco urticante, si caratterizza per il bel colore blu che orna la base del mantello, sotto il quale si allungano otto prolungamenti, tentacoli di tessuto bianco-trasparenti arricciati.
Del tutto innocua è invece la sporadica Cassiopea (Cotylorhiza tuberculata), che non ha alcun potere urticante; di colore bruno giallognola, con corti tentacoli raccolti a grappoli sotto dell’ombrella, può misurare fino 35 centimetri. Non ha mancato invece di fare la sua solita comparsa nella tarda primavera, lungo i bassi fondali, l’altrettanto innocua ma tanto più comune Aurelia aurita: conosciuta anche col nome di “medusa quadrifoglio”, per la presenza sul dorso in trasparenza, di quattro evidenti gonadi a forma di anello, che la fanno assomigliare a un quadrifoglio.
Le “noci di mare”
Continua la presenza, sia vicino alla costa che al largo, di Mnemiopsis leidyi. Organismi planctofagi, minuscoli, forma sferica e gelatinosi, non urticanti, appartengono al gruppo dei Ctenofori e sono noti anche come “noci di mare”. Sono state presenti sotto costa per tutta l’estate. Erano segnalati ancora nel Bollettino del mare relativo al monitoraggio costiero del 15-18 settembre effettuato da Daphne Arpae. Del diametro di 4-5 centimetri, si nutrono di uova larve di invertebrati. Estremamente adattabili per habitat, temperatura, salinità, dove sono presenti in gran quantità rischiano di condizionare l’ecosistema marino, con ripercussioni anche sulla pesca.