Cesenatico, liberate 20 anguille e seguite per un anno con il satellite

Venti anguille del nord Adriatico liberate in mare per tracciare l’estenuante viaggio di 7-8000 chilometri dirette al Mar dei Sargassi per la riproduzione, da dove poi non faranno ritorno. Sul dorso delle anguille - specie oggi in pericolo di estinzione - sono stati applicati dei trasmettitori satellitari per monitorare gli spostamenti nella migrazione che le porterà dal nord Adriatico all’Atlantico, alle profondità di quasi mille metri, fino ai luoghi di riproduzione, al largo della Florida, fra Antille e Azzorre. Ciò è stato reso possibile grazie un partenariato tra Italia e Inghilterra: tra i ricercatori britannici Adam Piper dell’Istituto di Zoologia di Regents Park a Londra e Andy Don dell’Agenzia ambientale del Regno Unito, che hanno finanziato il progetto con l’equipe di colleghi di Cesenatico, diretti dal professor Olivier Mordenti del corso di laurea di Acquacoltura e Igiene delle produzioni ittiche, che da anni studiano e provano a riprodurre anguille in cattività.

Spiega il progetto il professor Antonio Casalini del team di ricercatori di Mordenti: «Si è trattato di liberare nello stesso punto in mare, a 1,5 miglia dalla costa, con l’intervento della guardia costiera di Cesenatico, 20 anguille argentine (nome quelle pronte a intraprendere il lungo viaggio per la riproduzione ndr.). Anguille “selvagge” catturate nella laguna di Comacchio, di 6-8 anni di età, lunghe poco meno di un metro e dal perso di 1,5 chili. A ciascun esemplare è stato applicato sul dorso un trasmettitore attivato, con una batteria dalla durata di 1 anno, sincronizzato al satellite. Il trasmettitore del tipo pop-up, si staccherà dal corpo dell’anguilla esattamente tra un anno, dopodiché collegandosi al satellite scaricherà tutti i dati, fornendoci le informazioni registrate: dalle coordinate geografiche ai rilievi batimetrici in tema di profondità. Il trasmettitore funziona in modo che se l’anguilla non si dovesse muovere da dove è stata rilasciata, entro 48 ore si stacca, trasmettendo i dati fino a quel momento. Altrettanto nel caso fosse pescata. Teniamo conto che le anguille dell’alto Adriatico potrebbero impiegare fino due anni per raggiungere i Sargassi. Lo scopo del progetto è monitorare gli spostamenti delle anguille del nostro mare”. Ogni trasmettitore ha un costo di 4.500 dollari finanziato dai ricercatori inglesi.

Di particolare importanza l’ intervento della Capitaneria di porto che ha predisposto i mezzi per il rilascio in mare delle anguille. Dice il comandante della guardia costiera di Cesenatico, Francesco Marzolla: «È nostro compito operare attività di costante verifica del rispetto delle normative ambientali, specie a tutela delle specie marine protette. All’attività di controllo si aggiunge una continua attività di collaborazione con enti, associazioni e istituzioni scientifiche in progetti mirati alla tutela e alla conservazione delle specie a rischio estinzione».

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