Cesenatico, la misteriosa moria dopo le vongole colpisce anche le cozze

Con le vongole, anche le cozze cominciano ad accusare un certo stato di sofferenza, specie quando si trovano più vicino alla costa e più in diretto contatto con il fondale marino. Una situazione ancora non certo grave, sebbene presente, come la totale moria di vongole e cannolicchi che vivono nel fondale dentro la sabbia registrata nei giorni scorsi. Rimane ancora da decifrate con esattezza quale ne sia stata la causa diretta. Tanto più considerato che le condizioni chimico-fisico dell’acqua del mare - temperatura, livello di salinità, indice di biomassa algale - abbiano ancora riscontri entro la norma del periodo, quello delicato di fine estate per via delle piogge riversate in mare da fiumi, torrenti e reste scolanti.
In questi giorni si riscontra una perdita di prodotto anche per quanto riguarda i mitili allevati nei vivai posizionati in mare aperto a 4 e 6 chilometri dalla costa, entro gli impianti di maricoltura. In diversi casi nelle calze di mitili che si trovano più in basso, in prossimità del fondale, rimangono solo gusci vuoti e pallidi, senza più il mollusco dentro. Dopo la moria delle vongole sul fondale nei primi 2-3 chilometri marini lungo la fascia costiera regionale che va da Goro a Bellaria, prende ora corpo la preoccupazione anche per quanto riguarda gli allevamenti di cozze, in ordine alla nuova produzione, già messa nella calze per l’ingrasso.
Qualche avvisaglia della perdita di prodotto nelle calze di questi bivalvi c’era stata giorni fa. Ora in alcuni vivai, quelli più a ridosso della costa - comunque posizionati a oltre 4 chilometri al largo -, arriva la spiacevole sorpresa. In alcuni “filari”, ove le calze di mitili vengono appese in sospensione, lungo la colonna d’acqua, si è osservato, una volta salpate a bordo delle barche, che della parte del prodotto più in profondità, vicina al fondale, non è rimasto altro che un ammasso di gusci vuoti sbiancati o distaccati.
Documenta il fenomeno il miticoltore Paolo Polini che sottolinea: «Tutto questo nel mentre in profondità l’acqua si mantiene relativamente trasparente per essere il mese di settembre, con temperature nella media del periodo. Perciò non sappiamo a cosa si debba questa moria, se non a un filo che chiamiamo di acqua cattiva». «Mi viene da immaginare a un qualche sversamento da terra che non sarebbe dovuto avvenire», aggiunge. «Il prodotto che ho salpato oggi (ieri per il lettore Ndr.) era integro fino a un certo punto dentro la calza - spiega Polini -. Poi però, quando arrivavo in profondità delle cozze non era rimasto che gusci aperti. Questo succede fortunatamente non ovunque, capita un po’ a macchia di leopardo nelle calze, specie nei filari di mitili posizionato più in prossimità della costa». «Ritengo possa essere l’ulteriore conferma - sottolinea - che la moria delle vongole e le cozze dentro le calze più vicine al fondale morte, siano indicative di un filo d’acqua putrida, che è stata mollata durante l’ultimo periodo di forti piogge riversate in mare».