Cesenatico, la barca “Topo” torna a splendere e si prepara ad accogliere il presepe




Il topo è finito in falegnameria per essere di nuovo pronto per Natale, quando tornerà a prendere a bordo, con un certo anticipo sulle festività, le statue a grandezza naturale del presepe galleggiante sul porto canale. Per il recuperare una barca storica, sempre più rara da vedere nei porti lagunari e marini dell’alto Adriatico, c’è stato bisogno di un cantiere altrettanto storico: quello di Fratelli Foschi. Qui i maestri d’ascia non hanno mai perso tecnica, abilità e maestria necessarie per costruire anche grandi barche interamente in legno, con commesse che arrivano da tutte le parti d’Italia.
La barca curata
Il “Topo” di Cesenatico (questo il nome dell’imbarcazione) è lungo 9,30 metri e largo 2, ha una stazza lorda di 3,18 tonnellate, fu costruito a Chioggia e poi acquistato nel 1983 dall’allora Azienda di Soggiorno ed è una barca originaria e tipica della laguna veneta. Affilata e veloce, armata di un solo albero con la vela “al terzo”, adatta anche alla voga, era usata un tempo per la pesca costiera, come “portolata”, ossia per trasportare il pesce da vendere, trasbordandolo dai pescherecci d’altura. Il tempo e la lunga permanenza alla fonda in acqua, tra le barche d’epoca “consorelle” del Museo galleggiante della marineria di Cesenatico, ha lasciato i segni, rendendo necessario che qualcuno andasse in suo soccorso. Specializzato in queste opere di restauro, consolidamento e risanamento è il cantiere cittadino Foschi.
Impegno e passione
«Quando la barca è arrivata qui c’era da mettersi le mani nei capelli per le tante cose che occorreva fare - racconta Andrea Foschi, con il fratello maggiore Ulisse - L’approccio non è stato semplice, ma poi, man mano che la barca veniva risistemata, e i pezzi nuovi si aggiungevano agli originali, la soddisfazione di rivedere la barca tornare al suo splendore è stata davvero tanta. Una barca come questa è davvero un gioiellino». E dopo averci lavorato per gran parte dell’estate, i Foschi sono pronti a riconsegnarla ai manutentori del Museo della marineria a fine ottobre, per mettere a punto gli ultimi ritocchi tecnici, riallestirla con le sue manovre fisse e correnti e ridipingerla con le sue insegne caratteristiche di scafo “lagunare”.
«Facciamo questo lavoro con cura certosina e passione perché siano di Cesenatico e queste barche le abbiano nel cuore - sottolinea Andrea Foschi - Per la nostra città, per un senso di appartenenza, ci siamo dati da fare io, mio fratello Ulisse e il nostro collaboratore Carmelo. A volte ci sembra di coccolare il “Topo” come fosse un bimbo o meglio un’anziana signora».
I lavori eseguiti
Tanti i lavori realizzati: «C’è stato bisogno di rifare il fasciame con legno di larice, tutte le ordinate del fondo con legno di kaya, una qualità di mogano, e ancora parte della fiancate, e poi sostituire nuove parti al paramezzale originale. Inoltre, è stato necessario rifare la scassa dell’albero, che era marcita, e siamo dovuti intervenire sulle paratie di prua e poppa, e ancora rinforzare e aggiungere altro legno al capodibanda. La coperta è stata riportata tutta a legno vivo, sostituendone le parti danneggiate, per essere poi impermeabilizzata».